SERAVEZZA. “Le recenti polemiche riguardanti il decoro urbano, i lavori pubblici e la gestione delle attività culturali sul territorio hanno sollevato alcuni interrogativi anche da parte dell’opposizione. Il nostro territorio è sicuramente difficile da amministrare, vuoi per la diversità morfologica che presenta, vuoi per i tanti e diversi problemi che interessano ogni singola frazione. Ridurre poi il tutto ad una questione di campanilismo, con tifoserie da stadio, è dannoso: bisogna quindi superare le divisioni e lavorare con equilibrio per il bene del territorio.” Lo scrive in una nota il consigliere comunale di opposizione Riccardo Cavirani.

“Fatte queste doverose premesse, possono essere evidenziati alcuni punti critici legati alla gestione del territorio da parte dell’amministrazione. Ad esempio, è stata recuperata in maniera eccellente la zona del Palazzo Mediceo, ma la piattaforma storico-culturale resta ancora scollegata dal centro del capoluogo. Inoltre andrebbe previsto un intervento anche sul terreno retrostante il Palazzo, che andrebbe recuperato e valorizzato.

“Occorre poi estendere la dimensione ‘medicea’ anche alle altre frazioni, specie della montagna: ad esempio il Comune non ha fatto abbastanza per contribuire, in termini economici e di visibilità al recupero di un sito di interesse storico importantissimo come quello della Cappella. Sempre in montagna e in collina occorre intervenire definitivamente su altri temi delicati come i servizi fognari, il verde pubblico, il decoro urbano e la viabilità.

“Per quanto riguarda la piana poi, l’uso sproporzionato delle perequazioni ha bloccato i piccoli investimenti da parte dei cittadini favorendo invece opere mastodontiche. Ma la crisi ha colpito anche queste ultime che sono spesso rimaste inattuate. Sono quindi fortemente critico con questa impostazione voluta dall’amministrazione, secondo cui sulla piana, si debba affidare integralmente la realizzazione di tutti gli interventi pubblici allo strumento della perequazione.

palazzo mediceo seravezza“Non condivido quanto dice Bartelletti: le perequazioni sono in molti casi uno strumento poco valido oltre che impopolare. La recente crisi ha infatti dimostrato come questo tipo di pianificazione urbanistica produca un’espansione a “macchia di leopardo” degli insediamenti residenziali e commerciali, senza che si vengano ad attuare quei collegamenti viari ed infrastrutturali in grado di ricondurre lo sviluppo urbanistico ad una dimensione equilibrata e completa. Il risultato è invece una miriade di interventi scollegati, privi di una visione unitaria.

“Per questo ritengo che anche sulla piana occorra attuare, con una quota di risorse pubbliche, siano fondi provinciali, regionali ed europei, una parte di interventi, allo scopo di garantire proprio la realizzazione di quelle opere pubbliche e collegamenti urbanistici, che la perequazione, a causa della crisi, ha dimostrato di non essere più in grado di realizzare.

“Insomma, se alcune cose buone sono state fatte mancano ancora molti interventi importanti che necessitano di essere incanalati in una giusta direzione, che sia, per usare una definizione dell’analisi matematica, ‘senza soluzione di discontinuità’. Solo in questo modo lo sviluppo del territorio sarà omogeneo ed organico e quindi fruibile dal cittadino.”

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