VIAREGGIO. “Caro Presidente, se voleva ferirmi più di quella tragica sera forse oggi ci è riuscito”.

Inizia così la lettera scritta da Marco Piagentini al Presidente del Consiglio Enrico Letta. L’uomo, che nella strage del 29 Giugno ha perso la moglie Stefania e i due figli Luca e Lorenzo, si rivolge per la prima volta alle istituzioni e lo fa con parole dure che nascondono tutto il dolore che lui e il figlio Leonardo si portano dietro da quella tragica notte.

“Non ci si può sedere in un’aula di tribunale, con il dolore che ti sfonda lo stomaco, pur con il rispetto e il dovuto decoro, aspettando una giustizia con la G maiuscola, per poi sentire che il tuo Stato ti volta le spalle. E per cosa? Per soldi? No, non lo accetto. Se Lei si togliesse un attimo la tonaca della carica che riveste e guardasse il mondo con gli occhi dei suoi figli, forse capirebbe l’atto insulso e vigliacco che ha fatto.

Stefania madre di tre figli, 39 anni, UCCISA dopo tre giorni di agonia, Lorenzo 2 anni… due anni, Presidente… UCCISO dopo aver sofferto per 2 giorni, e Luca.. 5 anni… BRUCIATO VIVO. E sa dove erano quella sera? Nella propria casa.

Si informi su cosa succede un corpo avvolto dal fuoco e quali pene deve attraversare. Se vuole mi può uccidere, ma non strazi quei corpi come uno sciacallo fa con i suoi cadaveri. Mia moglie e i miei figli non lo meritano, erano innocenti, eppure…ogni volta nel chiedere, con dignità e rispetto, Giustizia e Verità, ricevo un pugno nello stomaco.

Caro Presidente, guardi i suoi bambini e da padre e uomo mi risponda… PERCHÉ? È la domanda che mi fa mio figlio Leonardo e alla quale non riesco a rispondere.

Non pretendo che lo faccia Lei; ciò che Le chiedo è di non voltarci le spalle, non se ne lavi le mani. Si comporti da uomo, cambi questo ulteriore scempio, ci ripensi; perché un errore può essere commesso, ma rimediare a un errore tornando sui propri passi, dimostra una coscienza. Già, la coscienza che in questo atto vile non si è vista”.

 

(Visitato 4.675 volte, 1 visite oggi)

“Ex Telecom, degrado e abusivismo”

“La giunta Betti dà un ceffone sonoro a tutto il consiglio comunale con la vicenda Scola”