VIAREGGIO. «L’iter del provvedimento sulla moneta elettronica assomiglia sempre di più a un balletto: prima dal Governo arriva l’annuncio che l’obbligo scatterà fra 60 giorni, poi viene approvato un emendamento che rinvia la data al giugno 2015, con una deroga di 18 mesi, poi anche l’emendamento viene modificato, e la deroga non ci sarà. Le imprese avrebbero diritto a maggiore chiarezza».

A dichiararlo, in una nota il direttore di Confesercenti Emanuele Pasquini -. «Soprattutto, occorre correggere il provvedimento in modo che tenga conto dei gravi oneri da sostenere, dall’attivazione POS alle commissioni su ogni transazione, e della specificità di alcune imprese. Gli esercizi caratterizzati da pagamenti di piccola entità o con margini strettissimi – come i gestori carburanti, i tabaccai, gli edicolanti, i bar ed altri – vedranno infatti il proprio margine dimezzarsi o azzerarsi. E’ il caso dei servizi di pagamento di bollette e canoni offerto dai tabaccai, ad esempio, che diventerebbero per l’imprenditore una spesa, e non un guadagno: dovrebbero infatti pagare per accettare bancomat o carte più della loro commissione per l’operazione. Un problema riconosciuto anche dallo Stato: non a caso il decreto liberalizzazioni, per i carburanti, proponeva la gratuità delle commissioni in caso di pagamenti fino a 100 euro, anche se al provvedimento non è stato dato seguito. L’auspicio è che si possa intervenire per ripartire meglio fra i soggetti interessati i costi e i benefici derivanti dalla modernizzazione dei sistemi di pagamento: abbattere la spesa legata alla loro implementazione è l’unico modo per aumentarne la diffusione».

A fine marzo – a meno di ulteriori cambiamenti – entrerà in vigore il decreto interministeriale attuativo, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale nei giorni scorsi, che renderà obbligatoria l’accettazione delle carte di debito per i pagamenti di importo superiore ai 30 euro, sia per le transazioni con le imprese per l’acquisto di prodotti o la prestazione di servizi sia per le imprese che per i professionisti. Fino al 30 giugno 2014 l’obbligo ricade solo sulle imprese e sui professionisti che nel 2013 hanno avuto un fatturato superiore a 200mila euro. Dopo quella data sarà esteso a tutti.

Un’operazione che, così come strutturata, non piace a Confesercenti: «Una norma che ignora i problemi delle imprese – commenta Confesercenti – e non agisce sui costi. Il vero ostacolo alla diffusione della moneta elettronica non è la volontà degli esercenti, che non avrebbero difficoltà a venire incontro alla domanda dei consumatori, ma il costo globale troppo alto dell’utilizzo di carte di credito e di debito in Italia, che ricordiamo è il 50% in più rispetto alla media europea. Ancora una volta quindi un provvedimento costrittivo, che aumenta i costi delle imprese a prescindere dalle loro scelte».

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