VIAREGGIO. Un fascicolo di 148 pagine, inviato anche alla sezione regionale di controllo della Corte dei Conti, che prende in esame gli ultimi cinque anni di governo a Viareggio tra giunta Lunardini, commissariamento Mannino e i primi mesi di giunta Betti. Una “bibbia”, come la chiama il primo cittadino, che evidenzia numerose anomalie, specie su dirigenti e società partecipate. Eccola, la “famigerata” relazione del Ministero dell’Economia e delle Finanze redatta da Luciano Cimbolini, dirigente dei Servizi ispettivi centrali di finanza pubblica (S.I.Fi.P.).

Appello alla città. “Lo schema di bilancio consuntivo 2013 contiene già praticamente tutti gli aspetti evidenziati nella relazione del Mef”, esordisce il sindaco Leonardo Betti, affiancato dall’assessore alle finanze Lorenzo Bertoli e dal ragioniere capo Salvatore Santoro. “Rispetto alle passate gestioni abbiamo effettuato una ricognizione accurata sui residui attivi e passivi, una ripulitura che ha portato al dato di 53 milioni di euro di disavanzo. Questa è una svolta epocale: finora certe rilevazioni non erano mai state fatte. Chiediamo, a questo punto, la collaborazione nei confronti del Comune: l’alternativa è che la nave affondi”.

foto Marco Pomella
foto Marco Pomella

10 anni per risanare. Adesso che lo schema di bilancio è stato licenziato in giunta, l’amministrazione comunale ha già la rotta tracciata tra i mari procellosi: “La nostra proposta è un piano di riequilibrio pluriennale per ripianare i debiti in 10 anni”, spiega Bertoli. “Una volta che il documento sarà approvato in consiglio comunale, la giunta avrà 60 giorni di tempo per sottoporlo all’attenzione della Corte dei Conti che dovrà poi valutarne la fattibilità e la sostenibilità”. Tuttavia, manca ancora il parere dei revisori dei conti, atteso per la prossima settimana. E, soprattutto, quei 53 milioni potrebbero lievitare ancora, alla luce del disavanzo di 14 milioni della Viareggio Patrimonio (“Andremo verso una scissione della società”). Senza dimenticare che il problema maggiore degli ultimi anni è stata la mancanza di liquidità con conseguente ricorso sistematico all’anticipazione di cassa.

Le criticità dei conti. Cimbolini parla di “grave e strutturato squilibrio finanziario” nei conti del Comune. “Spese correnti assolutamente non compatibili con la reale condizione delle entrate” e “un eccessivo e irrealistico affidamento su alienazioni patrimoniali e relative plusvalenze” hanno portato a un “formale quanto fittizio equilibrio di bilancio”. Santoro cita l’avanzo del 2011, ottenuto con due operazioni “atipiche”: una è la riduzione di 4 milioni del capitale sociale della Viareggio Patrimonio, la società in house che si occupa tra le altre della riscossione dei tributi, deliberata nel 2011. Quei soldi, che sarebbero dovuti arrivare da alienazioni, in realtà non sono mai entrati nelle casse comunali. Oppure ci sono state somme iscritte come investimenti quando, in realtà, erano mere spese correnti come lo sfalcio dell’erba.

viareggio patrimonioPersonale e dirigenti. Al di là del ricorso alle consulenze esterne (“Da quando ci siamo insediati le abbiamo bloccate e abbiamo sospeso anche gli incentivi di progettazione e le indennità per conto terzi” rivendica Betti), dalla relazione del Mef emergono “anomalie in alcune voci retributive” (reggenza, interim, presenze in commissioni e altro ancora), “l’erogazione di incentivi mai preceduti da valutazioni di compatibilità con la situazione finanziaria dell’ente”, anche per progetti mai realizzati, e “l’erogazione di emolumenti aggiuntivi rispetto alla contrattazione collettiva nazionale” per quanto riguarda i dirigenti. Un sistema contrattuale che non reggeva, insomma.

Le partecipate. Il dato più allarmante è sicuramente la mancanza di controllo sulle 18 società partecipate, tra cui le due fondazioni, così come l’indebitamento complessivo aumentato del 21,53% dal 2010 al 2012, arrivando a 359,2 milioni di euro. Al vertice delle criticità c’è la Viareggio Patrimonio con ben 27,1 milioni di euro di riscossioni non versate al Comune, frutto di una carenza di liquidità legata al mancato versamento da parte del Comune stesso dei corrispettivi previsti per i servizi affidati. Una situazione “connotata da un altissimo tasso di patologicità a tutto discapito delle casse comunali”. E poi ci sono i crediti vantati verso Gaia SpA non ancora riscossi, una potenziale mancata entrata che inciderebbe sul piano di riequilibrio. Volendo citare un classico dei ‘B Movies’ italiani degli anni Ottanta: se tutto va bene siamo rovinati.

 

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