VIAREGGIO. “Quando nel corso dell’ultimo consiglio comunale ha preso la parola il consigliere comunale Stefano Genick, presidente della Commissione Bilancio e ‘cavallino di razza’ assai diverso dalla fuffa del cerchio magico del Pd, si è capito subito che fra i banchi della giunta Betti l’aria si era fatta pesante. Un ragionamento chiaro, frutto di una visione cristallina e convinta della realtà che alberga nel palazzo comunale e che la recente relazione del Mef ha portato alla luce in tutta la sua virulenza”. Lo afferma Massimiliano Baldini, capogruppo consiliare del Movimento dei Cittadini.

“L’ho ascoltato e l’ho apprezzato anche perché ne ho condiviso quello spirito libertario i cui tratti ebbi modo di cogliere sin da quando militava attivamente nelle file di Forza Italia. Ovviamente non è stato così per il sindaco che, nell’intervenire subito dopo, ha mostrato di non aver capito pressoché nulla della riflessione di Genick andando fuori tema, incapace di un confronto paritario e finendo per chiudersi nella ridotta animosa di una polemica sterile con il capogruppo di Forza Italia.

“Ma il vero scontro intestino di questa armata Brancaleone doveva ancora consumarsi perché l’assessore al personale Chiara Romanini, di fatto dimissionata dalla relazione del Mef e vera artefice dell’affossamento di quella primavera che l’ex assessore Laura Servetti aveva tentato di far sbocciare con il suo progetto rivoluzionario di macrostruttura, non è certo tipo da piegarsi – lei vicesindaco – a un mero consigliere comunale.

stefano genick“E la vendetta è puntualmente scattata contro l’assessore al bilancio Bertoli – e quindi contro il presidente della Commissione Bilancio – che, convinto che la sua maggioranza fosse ormai d’accordo sui prepensionamenti, si è visto annichilire dalla ‘giunta Romanetti’ che lo ha ridicolizzato per l’ennesima volta.

“Faida finita? Neanche per sogno: questa mattina, a firma dei consiglieri Pd Genick, Chiarini e Paterni, è stata protocollata una mozione di indirizzo dell’attività amministrativa della giunta comunale in materia di prepensionamenti che è una sorta di sfiducia politica espressa all’assessore al personale Romanini. Uno strumento che, al di là della sua indubbia valenza politica, mi lascia molto perplesso perché, come sappiamo tutti, le mozioni, sotto il profilo della valenza giuridica, anche se approvate possono essere lasciate nei cassetti e questo sindaco l’ha fatto più volte.

“Inoltre, non è nemmeno vincolata come pregiudiziale al voto del bilancio consuntivo ma è una mera mozione ordinaria, nemmeno urgente, e quindi poco più di acqua fresca per chi si vuole lavare la coscienza. Diverso sarebbe stato se, a sostegno del ragionamento portato avanti da Genick in consiglio comunale, vi fosse stato l’affiancamento in giunta, in maggioranza e nel partito di un’azione politica tesa a far passare i principi ai quali ha dichiarato di far riferimento il presidente della Commissione Bilancio e lo stesso assessore al bilancio che, se non ottiene subito l’approvazione della delibera, ha un posto assicurato nella prossima Canzonetta del Morganti.

massimiliano baldini“Del resto, chiunque vorrà essere coerente con i temi sin qui discussi e con le vicende che hanno riguardato e sacrificato gli assessori Servetti e Puccetti – oltre ad Augier – dovrà farsi un bell’esame di coscienza al momento del voto del bilancio consuntivo perché, politicamente parlando, dietro quel voto c’è anche l’avallo o meno della sfiducia ai tre assessori rivoluzionari.

“Mi domando: avuta l’ennesima riprova che la giunta Betti non fa che litigare sul bilancio come su Viareggio Nuda o sul regolamento del decoro, possiamo noi pensare che sia in grado di gestire un risanamento della città tanto difficile? La risposta non può che essere negativa. Ma al ‘cerchio tragico’ interessa poco tutto questo”.

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