VIAREGGIO. C’è chi legge la storia e chi la scrive e nel caso di Viareggio il soggetto coincide in entrambe le situazioni: se siete viareggini e state dando un’occhiata a queste righe leggerete che la vostra città, stasera, ha scritto una bellissima pagina di storia. Quella del Carnevale estivo – o, per essere più precisi, della Notte delle Maschere – capace di richiamare sui viali a mare migliaia di affezionati, di coinvolgere semplici curiosoni e di strappare sorrisi da Città Giardino a piazza Mazzini grazie alla spettacolarità dei suoi cinque carri.

Limitandoci alla cronaca spicciola, la sfilata è andata bene. In termini di presenze – sbagliato parlare di meri “spettatori” per una festa che ha la partecipazione nel suo Dna e l’assenza di barriere tra pubblico e carri uno dei suoi caratteri distintivi -, ma anche sotto l’aspetto organizzativo, al di là della partenza dalla Cittadella con un’ora di ritardo e dei cassonetti nei pressi di piazza Mazzini lasciati un po’ troppo a ridosso della strada. Giova, pertanto, dare una chiave di lettura più approfondita.

Non è il primo anno che Viareggio si concede una sfilata di carri in estate: sotto la presidenza di Alessandro Santini ve n’è stata almeno una dal 2011 a oggi. E negli archivi di Burlamacco si possono rintracciare svariati tentativi, dai primi esperimenti negli anni Venti e Trenta alla tragicomica traversata dei carri nel 1996 (toh, era il 9 agosto). Nulla di minimamente paragonabile, tuttavia, alla sfilata messa in piedi quest’anno: è stata la città ‘mismísima’, come direbbero gli spagnoli, a volerla e renderla possibile con un semplice gesto, concretizzando la “pazza idea” che un manipolo di carnevalari propose alla Fondazione lo scorso maggio e dando seguito al corteo di un mese dopo. Ora siamo arrivati alla fine di quel percorso.

Una fine che, come ci ricorderebbe Tiziano Terzani, è anche un inizio. L’inizio di un nuovo modo di vivere il Carnevale da parte di Viareggio e degli spesso vituperati commercianti, da stasera probabilmente più consapevoli dell’importanza di carri e stelle filanti per l’immagine e l’economia cittadina e quindi pronti a contribuire ancor più attivamente alla sua riuscita.

Piccola postilla: il fatto che stasera il Comune sia stato semplice co-organizzatore non implica che debba venir meno il contributo pubblico a una manifestazione che – e lo rimarchiamo per l’ennesima volta – non è un costo bensì un investimento di quelli che fruttano. Nel corso mascherato sotto le stelle (quasi) cadenti, nella Notte delle Maschere che precede quella di San Lorenzo la città ha espresso il suo desiderio: vogliamo il Carnevale. E guardando piazza Mazzini in tripudio viene da domandarsi: chi è quel pazzo che rinuncerebbe a una simile ricchezza?

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