VIAREGGIO. Puntata numero 51  per DA UOMO A UOMO, la rubrica di Versiliatoday dedicata alla sessuologia, all’andrologia e all’urologia, curata dal dottor Luca Lunardini.

Terzo appuntamento sul complesso tema del cambio di sesso. Nella prima puntata (“Straordinaria” sull’onda di una nota vicenda di cronaca) abbiamo parlato dell’identità di genere concetto senza il quale non avrebbe senso parlare di cambio del sesso biologico di appartenenza. Nella puntata successiva abbiamo provato a fare un po’ di chiarezza su concetti limitrofi ma anche profondamente diversi (omosessualità, transgender, travestitismo, bisessualità, ecc.).

Ci siamo, credo, resi ben conto di come la stessa definizione di disturbo dell’identità di genere sia chiaramente indicativa della complessità del vissuto del transessuale, il quale non solo nutre un profondo disagio nei confronti del proprio sesso biologico, ma aspira a possedere un corpo come quello dell’altro sesso. Percependosi intimamente e psicologicamente come un individuo del genere opposto sente l’urgenza di essere riconosciuto dagli altri come appartenente all’altro genere.

 

Rispetto all’INCIDENZA del fenomeno, le stime dell’American Psychiatric Association parlano di 1 persona su 30.000 maschi e di 1 su 100.000 femmine che richiedono una riattribuzione chirurgica del sesso. Numeri importanti che tuttavia descrivono solo coloro che arrivano ad esplicano una richiesta formale e medica di cambio di sesso. E’ assolutamente logico dedurre che i casi di disturbo di identità di genere, magari non ancora completamente esplicitato, siano decisamente maggiori. Il numero di trans da uomo a donna sembrerebbe di gran lunga superiore a quello dei trans da donna a uomo, ma la stima è probabilmente complicata dalla minor visibilità clinica e sociale del trans female to male.

In Italia oggi si contano circa 2.000 transessuali dichiarati e più o meno formalmente interessati ad un cambio di sesso. Ossia circa 1 uomo su 40.000 e 1 donna su 50.000. Si tratta di persone del tutto normali sotto il profilo biologico ed anatomico (vi ricordate la differenza con l’intersessualità?) ma che vivono con la percezione di appartenere al sesso opposto. In genere, si definiscono “prigionieri in un corpo sbagliato”.

 

LE CAUSE del disordine di identità di genere rimangono un mistero. Ammesso che abbia un senso porsi questa domanda… L’origine del “Disturbo dell’Identità di Genere” non è ancora stato definito con chiarezza, benché siano state fatte, sono e saranno fatte molte ricerche scientifiche al riguardo.

Ciò che è certo è che considerare oggi il transessualismo un disturbo psichiatrico originato esclusivamente da un’educazione sbagliata dei genitori, come è stato troppo spesso fatto in passato, è errato e dannoso. Alle cause psicologiche, ambientali e familiari, concorrono infatti cause biologiche non più confutabili.

Studi sul cervello umano in questi soggetti hanno già dimostrato che questi soggetti presentano strutture cerebrali più simili a quelle del genere psichico di appartenenza che a quello fisico.

Una teoria che incontra un certo successo tra gli studiosi fa ricondurre il “Disturbo dell’Identità di Genere” ad una anomala azione degli ormoni materni durante la gravidanza o durante le fasi infantili dello sviluppo. Secondo questa teoria il cervello, esposto a questi inusuali livelli ormonali, si sarebbe sessualizzato in una direzione diversa rispetto al sesso biologico dell’individuo. Una ricerca avanzata e completa sui cromosomi e sui geni consentirà quindi con tutta probabilità, in futuro, di dare delle risposte definitive alle tante domande che ancora oggi ci poniamo sull’argomento.

Le prime avvisaglie di disturbo dell’identità di genere possono comparire nell’infanzia o nella prima adolescenza (si parla in questo caso di transessualismo primario) oppure in età post-pubere e nell’età adulta (transessualismo secondario).

Tipicamente colui che è affetto da disturbo dell’identità di genere comincia prima di tutto la transizione di genere ossia comincia a vivere a tempo pieno identificandosi nel proprio genere di elezione piuttosto che nel genere di nascita.

In seguito o parallelamente alla transizione di genere può essere intrapreso il cammino della transizione sessuale più o meno completa, affrontando un iter legale, psicologico, farmacologico e chirurgico non banale. Ma di questo parleremo nella prossima puntata.

 

 

La frase del giorno: “…Laddove tutti pensano allo stesso modo, nessuno pensa un gran che…” Walter Lippmann (Premio Pulitzer)

 

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Il DR. Luca Lunardini è Medico-Chirurgo, Specialista Urologo con incarico di Alta Specializzazione in Andrologia, è dirigente medico presso la Unità Operativa di Urologia della A.S.L. 12 Versilia.

Membro della società italiana degli Urologi Ospedalieri e della Società Italana di Andrologia, ha fatto parte della Commissione Oncologica Nazionale del Ministero della Salute ed è stato Presidente della Sezione Provinciale di Lucca della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori.

Il Dr. Lunardini è contattabile per qualsivoglia approfondimento via email al seguente indirizzo: [email protected]

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ultimo aggiornamento: 30-08-2014


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