VIAREGGIO. Per anni è stata una sorta di Sagrada Família in salsa viareggina, con quel cantiere perenne che non accennava a chiudere e con quei lavori di rifacimento che parevano interminabili. E invece Villa Argentina è tornata risplendere con le sue pareti gialle, una vegetazione fitta ma curata minuziosamente e le deliziose pannellature in ceramica di Galileo Chini: la città di Viareggio ritrova l’emblema del suo stile liberty proprio nel momento più difficoltoso. Impossibile non vederlo come un segnale di buon auspicio.

Mentre ancora fervono gli ultimi preparativi in vista dell’inaugurazione ufficiale di domenica prossima, la stampa ha avuto la possibilità di fare un giro in anteprima nelle sale della Villa, quasi del tutto ultimata. La presentazione dell’imponente – e onerosa – opera di restauro condotta dalla Provincia di Lucca è avvenuta alla presenza del presidente Stefano Baccelli, del presidente del consiglio provinciale Andrea Palestini – l’ex sindaco di Viareggio è stato una sorta di “capocantiere” aggiuntivo con i suoi continui e puntuali sopralluoghi negli ultimi mesi -, della direttrice dell’ultima fase dei lavori di restauro Marta Giannini, della restauratrice Veronica Hartman e di Paola Chini, nipote di Galileo.

Andrea Palestini_MartaGiannini_StefanoBaccelli_VeronicaHartman_PaolaChiniGrazie Lucca. Diciamolo chiaramente: la rinascita di Villa Argentina è merito della Provincia di Lucca. Che la acquistò nel febbraio 2001, ai tempi dell’amministrazione Tagliasacchi, per tre miliardi e 400 milioni di lire (un milione e 755.953 euro) e a oggi ha investito complessivamente cinque milioni e mezzo di euro con l’ausilio del Ministero dei Beni Culturali e della Regione Toscana. Palazzo Ducale ha ripreso in mano i lavori un anno fa, di fronte all’ennesimo tranche di lavori che si erano arenati.

Il principio che sta alla base del processo di recupero è quello della restituzione alla comunità: di questo parla, ad esempio, anche il protocollo d’intesa che la Provincia ha firmato con altre realtà del territorio per garantire la massima valorizzazione della struttura, mettendo a punto anche un programma di iniziative che proseguirà per tutto l’inverno. La prima è la mostra curata da Enrico Dei e dedicata alla Prima guerra mondiale che celebrerà i 381 caduti di Viareggio attraverso la pittura e la fotografia di Lorenzo Viani e Guido Zeppini. Baccelli lancia subito un’idea: “Dal momento che ha recentemente riaperto anche il Cinema Centrale potremmo fare un ciclo di appuntamenti sulla Grande Guerra, a partire dall’omonimo film di Mario Moncielli ma anche da ‘Orizzonti di gloria’ di Kubrick e tanti altri”.

villa argentinaIl futuro della Villa. Appartamenti, albergo, sede del mai costituito circondario della Versilia: negli ultimi 30 anni sono state avanzate le ipotesi più disparate sulla destinazione dell’immobile. Che invece ospiterà il centro studi sul liberty e alcuni uffici.

Il piano terra e parte del primo piano saranno utilizzati per eventi culturali quali mostre ed esposizioni, al secondo piano saranno invece ricavate sale per riunioni, convegni e seminari. Anche in questo caso Baccelli formula la sua proposta: “Per me Villa Argentina dovrebbe diventare il Palazzo della Cultura e del Turismo non solo di Viareggio, ma dell’intera Versilia”.

Il pensiero di cedere al Comune un simile gioiellino restaurato dopo 30 anni di attesa con gran dispendio di denaro pubblico ed energie mette i brividi: basti vedere i danni lasciati in eredità da oltre un decennio di cattiva amministrazione. Ma la Provincia non può fare altrimenti: “Come ente saremo destinati a sparire: per il momento ci facciamo carico delle grosse spese di manutenzione, ma poi qualcuno dovrà necessariamente subentrare. Se verrà costituita una fondazione ad hoc? Vedremo. Di certo, oltre agli eventi culturali, servirà una certa vitalità quotidiana. E dobbiamo provare ad assicurarci l’aiuto e il sostegno delle fondazioni bancarie”.

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Provincia di Lucca viareggio villa argentina

ultimo aggiornamento: 21-11-2014


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