VIAREGGIO. Nella puntata scorsa abbiamo iniziato a parlare dei “famigerati” calcoli urinari e delle conseguenti terribili (chi le ha avute ben lo sa…) coliche renali.

E in questa trattazione, che durerà, gioco-forza (l’argomento è di quelli “tosti”), più di una puntata casca proprio a fagiolo una notizia solo in apparenza piuttosto strana: IL CLIMA INFLUENZEREBBE LA FORMAZIONE DEI CALCOLI.

Puntata 67 per DA UOMO A UOMO, la rubrica di Versiliatoday dedicata alla sessuologia, all’andrologia e all’urologia, curata dal dottor Luca Lunardini.

Che il clima pazzo di questi anni (qualcuno ricorda un natale così… “calduccio”…?) dovuto al riscaldamento globale, stia dando preoccupazione e problemi (anche importanti) è cosa, purtroppo, ben nota a tutti. Ma ci mancava anche che ci portasse in regalo i calcoli renali!

In realtà tutti gli urologhi ben sanno come, nella propria esperienza, in Estate, quando fa più caldo, aumentino, e non poco, gli accessi al Pronto Soccorso per coliche renali.

Secondo un recente studio, infatti, la probabilità che una persona si rivolga ad un pronto soccorso per CALCOLI RENALI AUMENTA SENSIBILMENTE NELLE GIORNATE PIÙ CALDE, CON UN RIALZO DELL’AFFLUSSO ANCHE DEL 40%!

Il caldo in effetti aumentando la sudorazione può favorire la disidratazione, proprio perché non sempre ci rendiamo conto della necessità di reintegrare i liquidi persi aumentando proporzionalmente il bere. Ogni giorno espelliamo dal nostro corpo una certa quantità di liquidi attraverso le urine, la sudorazione, la respirazione, le feci. Quando il caldo ambientale è elevato si perdono molti liquidi attraverso il sudore che serve fisiologicamente ad abbassare la temperatura del corpo, di conseguenza i reni producono meno urina ma molto concentrata per risparmiare acqua. Ed è proprio l’urina concentrata a rappresentare uno dei principali fattori di rischio per la formazione di calcoli renali, poiché le particelle di sali che sono disciolte nelle urine sono molto vicine tra loro e possono più facilmente aggregarsi l’una all’altra formando i primi agglomerati sui quali poi si depositano altri sali, con lo sviluppo di veri e propri calcoli.

I CALCOLI RENALI SONO DIVENUTI PIÙ COMUNI NEL PASSATO RECENTE, IN APPARENZA DI PARI PASSO CON L’AUMENTO DELLE TEMPERATURE NEI DECENNI: ATTUALMENTE NE SOFFRE UNA PERSONA SU 11 (davvero molto! Significa che non vi sarebbe persona che non abbia almeno un parente strettino sofferente di calcoli renali…), MA NEL 1994 QUESTO RAPPORTO ERA PARI AD UNA PERSONA SU 20!

In particolare i Ricercatori hanno notato che a fare la differenza potrebbe non essere tanto una maggiore temperatura media, quanto un maggior numero di giorni in cui si riscontra un picco di caldo. Ed in effetti questo dato tornerebbe con l’ipotesi della disidratazione quale causa prevalente della formazione di questi calcoli.

RIMEDI? Oltre, naturalmente, attivarsi tutti e sensibilizzarsi per contrastare ogni tipo di danno ambientale, diviene essenziale mantenere una diuresi elevata con l’introduzione di ALMENO DUE LITRI DI ACQUA al giorno, meglio se minimamente mineralizzata o oligominerale. Per ricordarsi di bere memorizzate alcune semplici associazioni mentali: bere un bicchiere di acqua tutte le volte che si fa la pipì oppure quando ci sediamo a tavola per i pasti e quando ci alziamo da tavola; Mantenere inoltre un pH urinario in equilibrio quindi evitare diete iperproteiche (vi ricorda nulla la dieta DUKAN…?) ricche soprattutto di carne. In verità anche le diete opposte, ovvero strettamente vegane e quindi eccessivamente ricche di verdure, frutta e legumi sembrerebbe avere un qualche rapporto con la formazione dei calcoli, ma qui per altri motivi su cui torneremo quando parleremo, nelle prossime puntate, della prevenzione e cura dei nostri amici-nemici sassolini.

LA FRASE DEL GIORNO: “…IN MEDIO STAT VIRTUS!” Aristotele

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ultimo aggiornamento: 20-12-2014


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