LUCCA. “Agosto è stato un mese tremendo per gli infortuni mortali. Secondo l’osservatorio indipendente di Bologna sono stati in generale 68, compreso Bruno Maggiani, il cavatore di Carrara morto sabato 29 Agosto sulle cave delle Alpi Apuane alla cui famiglia voglio esperire le condoglianze della nostra O.S.”

Così inizia il comunicato stampa a firma di Leonardo Quadrelli, Fillea-CGIL Provincia di Lucca.

“La FilleaCgil della Provincia di Lucca è estremamente preoccupata per la rinnovata sequela di infortuni gravi e mortali che il settore delle costruzioni, e in particolare il mondo dell’Edilizia (il 31/8 è caduto un muratore da un ponteggio in Versilia) e del Marmo, conta sia a livello nazionale che territoriale. Sono morti 31 persone da luglio ad oggi solo nel nostro settore.

Credo fermamente che attenendosi con rigore alle disposizioni di sicurezza quasi tutte queste tragedie potrebbero essere scongiurate. Troppo spesso, nel nome della produttività e con la scusa del “si è sempre fatto così”, vengono a instaurarsi prassi e consuetudini pericolose e contrarie alla legge esponendo i lavoratori a rischi mortali nello svolgimento delle proprie mansioni con grave colpa di capi cantieri e sorveglianti di cava con la complicità dei datori di lavoro.

In particolare le operazioni di cava, come l’abbattimento delle bancate di blocchi, vengono purtroppo effettuate senza dotarsi delle imbracature di protezione obbligatorie. Detto questo non è mia intenzione entrare nel merito o far riferimento al citato infortunio mortale di Carrara sul quale è in corso un indagine che stabilirà eventuali responsabilità.

Aggiungo che la sicurezza non è solo di tipo strumentale od operativa, ma concorrono altri fattori nel creare un ambiente di lavoro sicuro. Per questo situazioni non troppo isolate come il mancato rispetto degli orari di lavoro previsti dalla legge e dai contratti di lavoro sono preoccupanti.

Troppo spesso le 250 ore massime di straordinario annuali vengono superate e mascherate in busta paga con voci come “premio operosità o premio”. I settori del marmo e dell’edilizia sono molto faticosi (soprattutto in un clima torrido come quello di quest’estate) e il rispetto normale del monte ore contribuirebbe sicuramente a limitare gli infortuni e libererebbe al contempo posti di lavoro.

In più, quando nel diritto del lavoro (Jobs Act) si pongono come argomenti chiave e obiettivi da raggiungere personalizzazione e deregolamentazione dei contratti di lavoro, controlli a distanza, demansionamenti e licenziamenti facili, è logico che sarà sempre più difficile che un lavoratore si esponga nel denunciare situazioni irregolari alle Asl o ai sindacati.

Ovviamente la norma è nulla senza il controllo ma anche su questo fronte i tasti sono dolenti. I controlli degli organi ispettivi proposti sono quasi del tutto assenti, pertanto il primo responsabile di questa situazione è lo Stato Italiano che dovrebbe incrementare la prevenzione favorendo i comportamenti virtuosi e punendo quelli irregolari.

È davvero rammaricante il silenzio del Presidente del Consiglio Renzi su un argomento – sicuramente meno elettorale di altri – come le morti sul lavoro.
Ho letto, invece, favorevolmente le ultime dichiarazioni in materia del Governatore della Regione Toscana Rossi e dell’assessore competente Saccardi. Rimango però, e comunque, molto preoccupato alle luce dell’articolo uscito sulla stampa locale lo scorso 24 agosto nel quale si riportava un’indagine che sosteneva che il servizio di prevenzione della Asl12 aveva ridotto sensibilmente le ispezioni.

Dell’articolo rimane da capire se la colpa sia dei dipendenti o del taglio del 50% di tutto il personale in 5 anni (da 20 a 10 unità). Io sono fermamente convinto che il problema sia il taglio del personale e pertanto chiedo con forza alla Regione Toscana, anche a nome di tutti i lavoratori che rappresento, che reintegri quanto prima questo servizio in maniera adeguata. In questo paese, ancora poco maturo alla sicurezza, c’è ancora bisogno (purtroppo) di tanta repressione altrimenti continueremo a contare altri morti sul lavoro.”

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