VIAREGGIO. L’8 Settembre 1965, l’arcivescovo di Lucca Antonio Torrini, erigeva una Curateria autonoma e successivamente la parrocchia della Natività di Maria, in località Bicchio, dove esisteva già una cappella che faceva parte della parrocchia di S. Antonio. Il 1° parroco fu don Rolando Menesini, nominato il 15 Settembre del 1965 e vi rimase fino al 1989.

In questi giorni ricordiamo anche la fine della guerra, avvenuta in questa zona sud di Viareggio proprio tra il 7 e l’8 settembre del 1944. Tra le vittime di quella guerra fra Antonio Bargagli, ucciso mentre assisteva la popolazione. La gente, finita la guerra, volle costruire una cappellina, in Padule, dove molti viareggini erano sfollati per sfuggire ai bombardamenti e ai rastrellamenti.

In questa cappella per molti anni è stata custodita una tela dipinta dal pittore senese Renato Guerrini Il quadro che era in pessime condizioni è stato restaurato quest’anno dalla dott.ssa Francesca Fornaciari. Il dipinto rappresenta volti che,esprimono dolore e angoscia per gli orrori della guerra, e cercano consolazione e speranza intorno a una donna che ricorda Maria, madre profuga in Egitto per salvare la vita del Figlio Gesù dalla furia omicida di Erode.

“Il 7 settembre, vigilia della festa della Natività di Maria, presso questa cappellina faremo la celebrazione eucaristica – scrive Don Graziano Raschioni – Un invito a tutti i credenti, in questo drammatico momento della storia, a pregare e adoperarsi affinchè si ponga fine alle tante guerre e persecuzioni da cui fuggono milioni di profughi. La preghiera e la memoria ci aiutino anche a riconoscere le nostre responsabilità per essere stati troppo distratti e passivi, in questi ultimi decenni, dinanzi alla destabilizzazione di intere regioni, al commercio delle armi, alla distruzione ecologica e all’aumento delle disuguaglianze, che sono le principali cause del fenomeno planetario dei profughi. Un momento di riflessione per non essere trovati impreparati, indifferenti e chiusi nelle nostre paure e saper rispondere con umanità e compassione alle sofferenze di tanti nostri fratelli e sorelle.”

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