VIAREGGIO. Splendeva il sole e il volto di Alessandro Pierini era sorridente, il 20 giugno. Quasi quattro mesi dopo, solo nuvoloni che minacciano temporali, tanti interrogativi e “sconforto”, riprendendo il termine utilizzato dal tecnico del Viareggio per provare a dare una spiegazione al passo falso di Ponsacco.

Cos’è cambiato (in peggio) in così poco tempo? Perché dall’esaltazione (esagerata, ma al tempo stesso comprensibile dei tifosi) per il brillante precampionato si è passati progressivamente a ben altro scenario, con una classifica che fa rabbrividire – appena 5 punti in 6 gare, appena uno in più di chi occupa l’ultimo posto – e amnesie difensive che si susseguono senza che vi sia ancora stato posto un adeguato rimedio?

Più di un supporter critica il tecnico bianconero. Qualcuno chiede addirittura la sua testa. I capi di imputazione? Il modulo (zebre sempre schierate col 4-3-3, la posizione di Rosati (“troppo defilato”, anche se per qualche settimana il problema non si porrà, causa infortunio dell’attaccante) e la continua ricerca di un possesso palla che – a Ponsacco si è avuta dimostrazione – è gradevole a vedersi ma poco redditizio. Ma i tifosi non risparmiano neppure i giocatori (“devono rimboccarsi le maniche”).

Il Viareggio non è continuo nei novanta minuti. Alterna fasi di bel calcio, dove riesce a costruire almeno due-tre palle-gol (che, puntualmente, non capitalizza), poi si spegne. E quando pure la difesa stacca l’interruttore, nascono i dolori.

Gol come quello che ha condannato le zebre a Ponsacco non sono tollerabili: retroguardia statica su un’azione nata da fallo laterale. Come si può permettere ad un avversario di penetrare ad un millimetro dalla linea di fondo e concedergli spazio e tempo per rifinire in mezzo?

E come si può lasciar libero il compagno di turno di caricare la conclusione (vincente) nel cuore dell’area? Ieri così, col Gavorrano distrazione collettiva su calcio d’angolo, con il Città di Castello retroguardia immobile su una punizione dalla destra. Errori in serie. E questi sono solo i più eclatanti.

Appare evidente un deficit di qualità. Rosati è l’unico in grado di scatenare l’inferno con una scintilla: un assist, un tiro, un dribbling. Il suo infortunio è l’istantanea di un periodo nero (al netto della qualificazione al primo turno di Coppa Italia).

Bartolini qualcosa di interessante lo fa intravedere, a centrocampo si pensa prima di tutto a distruggere, perché quello è il compito di chi Pierini sceglie ogni domenica (Mariani, Gorelli, Caciagli). E chi costruisce? In sostanza, nessuno.

Il Viareggio ce l’ha un geometra (Reccolani), che però trova spazio col contagocce. Lo stop di Rosati spalanca la strada a Rosa Gastaldo, un altro che le credenziali del fantasista le ha. Se è in giornata, la differenza la può fare. Ma non si creda che basti il suo impiego, da solo, a stravolgere la situazione.

Preoccupa altrettanto l’aspetto mentale. Come a Montemurlo, la squadra incassa la rete e quasi non batte ciglio. Questione di testa, perché come ammesso da Pierini il problema non sta nelle gambe.

Un diagonale debole di Sciapi, una volée alta di Guidi. Tutta qui la reazione del Viareggio ieri. Eppure il gol di Bortoletti era giunto al 28′ della ripresa. Considerati i 4 minuti di recupero, ce n’erano 21 in totale per tentare di tornare a casa con un pareggio che sarebbe stato ampiamente meritato. Difetto pure di personalità, nessuno è stato capace di caricarsi i compagni sulle spalle, spronarli e spingerli in avanti per contribuire all’assedio. Encefalogramma piatto.

Lo scorso anno c’erano Buglio e Scandurra, oltre a Reccolani (per metà stagione fuori per infortunio) a battere colpi nello spogliatoio quando le cose non andavano bene. E la reazione, puntuale, si vedeva. Anche in questa stagione ci sono i senatori (Fiale, lo stesso Reccolani, aggiungiamoci pure Visibelli, Mariani e Caciagli). Ma in campo, di elettricità non se ne vede affatto.

Domenica sotto con la Pianese dell’ex Mammetti, arrabbiata per i tre gol subiti contro la Sangiovannese. Il Viareggio deve darsi una svegliata, per raddrizzare un’annata cominciata sotto i migliori auspici e che invece sta riservando delusioni in serie. Tutti sono sotto esame. Nessuno escluso.

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ultimo aggiornamento: 05-10-2015


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