Dessert Versilia, dal mito alla leggenda e viceversa di Alessio Salimbeni

Sono giunto in Versilia per la prima volta nel lontano 1976 da Firenze e, affascinato dalla vita di mare, non mi sono più mosso da qui. I primi tempi, come sempre capita a chi giunge in un posto nuovo, si assapora anche la cucina locale, soprattutto quella di pesce.

Capitato quindi per caso in una delle tante trattorie sul lungomare Viareggino, al momento del dolce, oltre al classico tiramisu o al tartufo al cioccolato, nel menu c’era anche un curioso “Dessert Versilia”. Perchè non provarlo? Una specialità così tipica…

dessert versilia
dessert versilia, la prima confezione

Mi portano questo strano barattolino, simile a quelli dello yoghurt, e lo rovesciano sul piattino. Un curioso conetto di pandispagna, zabaione, gelato, cioccolata ed un vago aroma di liquore. Buono, non c’è che dire, valeva la pena.

In autunno capito in una tipica trattoria dell’entroterra Camaiorese e, voilà, al momento del dolce, di nuovo il Dessert Versilia. Stessa storia in una pizzeria di Tonfano ed in un Bar/affettati di Gombitelli.

Un must, diffusissimo in ogni locale fra Torre del Lago e Marina di Massa e dallo slogan pubblicitario di rara modestia “Dessert Versilia, ieri una Leggenda, oggi un Mito”.

Ottimo in tutte le varianti, sei o sette, bellissimo il barattolino, sempre uguale e sempre con l’immagine da cartolina della Versilia, niente da spartire con un anonimo gelato confezionato, nessun timore della agguerrita concorrenza di Motta o Sammontana…

Insomma una faccenda veramente curiosa in un mondo già dominato dal marketing, dalla grande distribuzione, dagli addensanti, gli edulcoranti e gli esaltatori del gusto.

dessert versilia
dessert versilia, l’assortimento originale

Così ora, a quarant’anni esatti da quel lontano 1976, visto che il Dessert Versilia esiste sempre, si vende sempre e non è cambiata una virgola dalla ricetta originaria, voglio rispolverare quel mito andandone a raccontare la storia ed intervistandone direttamente gli eredi, Riccardo e Mariarosa, figli del fondatore, ed i nipoti, collaboratori anch’essi, Ilenia, Erica ed Andrea.

 Dessert Versilia – la storia

La storia perché ormai di storia si tratta, ebbe inizio ancor prima di quel lontano 1976, precisamente nel 1956 ad opera di Aurelio Angeli, di Massarosa, di professione lattaio.

dessert versilia
dessert versilia, la sede nel 1976

Siamo nel primo dopoguerra, il boom economico giungerà quasi un decennio più tardi ed Aurelio, per mantenere dignitosamente una moglie e quattro figli, fa il lattaio. Passa dai vari contadini, prende il latte appena munto, lo porta nel suo piccolo laboratorio, lo screma, lo travasa nelle bianche bottiglie e fa il giro del paese, recuperando anche le, allora, preziose bottiglie di vetro, i “vuoti a rendere”.

Però spesso capita che non tutto il latte, fresco e deperibile, venga venduto in giornata per cui, piuttosto che farlo andare a male, deve trovargli una utilizzazione alternativa. La scelta ovvia era trasformarlo in formaggio ma Aurelio opta per la più difficile, ne fa il gelato.

Dico difficile perchè siamo appunto nel 1956 e fare il gelato era davvero un’impresa. I freezer ancora non esistevano ed i frigoriferi erano ingombranti armadi carissimi nell’acquisto e nel consumo.

dessert versilia
dessert versilia, la prima bolla

Il ghiaccio invece lo portava un omino col carretto tutti i giorni e, mescolando il ghiaccio con il sale, si otteneva una miscela abbastanza fredda da poter essere utilizzata nelle gelatiere per ottenere, dopo un paio d’ore di mescolamento rigorosamente “manuale”, il fatidico risultato.

Il gelato, in pochi gusti classici, crema, cioccolato, fiordilatte, frutta, piace ed Aurelio apre un Bar Gelateria a Massarosa nella centralissima via Cenami.

La svolta giunge inaspettata a metà degli anni ’60 quando l’allora rinomato Ristorante di Colle Paradiso, a Quiesa, gli chiede qualcosa di speciale per il Veglione di Capodanno.

Detto fatto Aurelio si piazza nel laboratorio e crea uno strano dessert: infila in un barattolino di carta paraffinata, quello delle granite, un fondo di pandispagna, poi il gelato alla panna e cioccolato, la crema di zabaione ed una iniezione di liquore.

Una volta capovolto sul piatto, si presenta come una piccola piramide che ha come tetto il tassellino di pandispagna e che sprigiona una colata di liquore dalle pareti di gelato.

Il successo è notevole, al punto da convincere Aurelio a vendere il bar e ad aprire nel 1968 a Bozzano un piccolo laboratorio dove creare esclusivamente il Dessert Versilia.

Man mano che la clientela aumenta aumentano anche le varianti che raggiungono il culmine con dodici diverse formulazioni: fragola, cioccolato, whisky, rhum, caffè, malaga, zabaione, amaretto, apricot, cherry, latte e brandy ed orange.

Di queste dodici, attualmente ne sono rimaste solo sette, ben sufficienti ad accontentare ogni palato.

Un’altra caratteristica che ha sempre contraddistinto il Dessert Versilia è la confezione. Difatti anch’io ne ero rimasto colpito poichè si trattava di un semplice barattolino di carta con un disegnino ancor più semplice sopra.

Il barattolino originale infatti, bianco ed anonimo, era stato decorato con una immagine veramente accattivante nella sua essenzialità, la famosa ragazza in bikini sul patino, blu su bianco, e sullo sfondo una silouhette della Versilia con le Apuane a picco sul mare.

Narra la leggenda che lo schizzo originale sia stato fatto e donato ad Aurelio da un pittore di Marina di Pietrasanta, goloso ed affezionatissimo al barattolino quotidiano.

Il Dessert Versilia attraversa indisturbato ed inalterato tutto il boom economico, gli anni ruggenti, i decenni delle spider e delle attricette, delle ville al Forte e della Bussola.

Passa dalla più semplice e modesta trattoria dell’entroterra Pietrasantino alla raffinata hall dei Ristoranti cinque stelle di Viareggio, accontenta famigliole di Montecatini con la seicento multipla e coppie trasgressive con la Maserati, si infila nei freezer dei campeggi di Torre del Lago e degli Alberghi extralusso di Forte.

dessert versilia
dessert versilia, il moderno bicchiere

Solo nel 1978 circa il vecchio barattolino di carta paraffinata cede il passo alla tecnologia, divenendo di vile plastica. Cambia anche il disegno per adeguarsi ai tempi moderni e sparisce il semplice logo bicolore a favore di uno schizzo a pennarello ma l’immagine originale rimane comunque e rappresenta l’essenza della Versilia: il mare, il patino, la ragazza in costume, lo sfondo delle Apuane.

Dessert Versilia – gli eredi

Aurelio Angeli non c’è più, se ne è andato nel 2004, lasciando comunque ai figli un bel capannone, le attrezzature e l’esperienza per continuare la professione, allargandola ad altri prodotti di gelateria.

Pure la Versilia non è più la stessa di quando Aurelio ha iniziato la sfolgorante carriera di gelataio, ormai è più un’anziana signora dagli abiti logori che vivacchia ricordando la spensierata giovinezza.

dessert versilia
dessert versilia, lo staff

In quei quarant’anni trascorsi abbiamo assistito all’improvviso successo di un luogo, alla sua ascesa nelle vette del turismo d’elite ed internazionale, alla successiva massificazione ed impoverimento, alla attuale crisi di identità in cui si naviga a vista cercando una soluzione indolore e poco faticosa.

Ma il Dessert Versilia stranamente è passato indenne in quarant’anni di storia, è immutato, tale e quale, stessa ricetta e stessa formula.

E non è poco al giorno d’oggi….

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ultimo aggiornamento: 01-05-2016


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