“Circa venti anni fa, per l’esattezza il 19 giugno 1996, l’Alta Versilia veniva martoriata da una catastrofe naturale, un collasso idrogeologico dei versanti montani causato da una pioggia eccezionale spazzava via il paese di Cardoso e provocava la morte di 15 persone.” Così scrivono gli Amici di Beppe Grillo di Stazzema, che proseguono:

“I ricordi di quei giorni sono ancora vivi e presenti nella cittadinanza versiliese in particolare per le famiglie di Cardoso che sono ritornate ad abitare la frazione montana. In paese c’è ancora forte preoccupazione per una incompleta messa in sicurezza del territorio. Se le opere di ricostruzione delle infrastrutture e del paese sono state apprezzabili, non altrettanto possiamo dire delle opere dirette alla messa in sicurezza dei versanti.

La stabilizzazione di alcuni movimenti franosi che incombevano sul paese e, la costruzione di dodici briglie selettive suddivise sui torrenti Capriola, Deglio e Farneto, per le quali non è stato ancora previsto un programma di manutenzioni e pulizia, non sono sufficienti a garantire un margine di sicurezza accettabile. Il completamento della messa in sicurezza dei versanti, come indicato dai tecnici competenti (geologi, ing. Idraulici) che doveva passare prioritariamente attraverso opere di sistemazione e manutenzione del bosco con iniziative a carico agli enti locali è miseramente fallita perché mai iniziate!

La maggior parte dei castagni sradicati e caduti sui versanti non scesi a valle con le frane sono ancora lassù, le frane “meno importanti” non ancora sistemate sono scomparse, ricoperte dalla nascita di nuovi castagni e altra vegetazione.

All’indomani della catastrofe era stata verificata una grande instabilità di versante che con il passare del tempo si è ulteriormente accentuata e oggi i pericoli per le popolazioni che abitano in Alta Versilia sono esponenziali in particolare a Cardoso.

Cosa sta facendo l’Amministrazione di Stazzema? Perché non si preoccupa di questa grave situazione di pericolo che incombe sul paese di Cardoso e su altre frazioni del comune? Che fine ha fatto il progetto di messa in sicurezza dei versanti?

Una cosa l’abbiamo constatata che l’attuale Amministrazione appare molto incline e sensibile invece agli interessi dei privati che per mero profitto e arricchimento personale per milioni di euro, saccheggiano e devastano il nostro territorio con danni permanenti all’ambiente.

Questo sarà il risultato una volta terminata la coltivazione del nuovo sito di cava in attività nel paese di Cardoso la cui apertura è stata recentemente autorizzata dall’Amministrazione di Stazzema. Una scelta scellerata che oltre ad amplificare il già elevato rischio idrogeologico ed idraulico della vallata Cardoso, Volegno e Pruno, costringerà per almeno un ventennio, gli abitanti della frazione a vivere in un cantiere.

E’ questo che gli amministratori di Stazzema hanno inteso regalare a chi aveva creduto alle promesse delle autorità di poter ritornare a vivere in un paese in sicurezza e con prospettive lavorative basate sulla manutenzione dei boschi alla coltivazione del castagno sia per il frutto che per la filiera del legno con impianti di lavorazione a gestione pubblica collocati nell’area ad insediamento produttivo Col Del Cavallo.

Attività lavorativa che li avrebbe resi partecipi del raggiungimento della percezione di sicurezza elemento fondamentale per vivere con serenità la montagna. Noi saremo al fianco degli abitanti che stanno organizzando una manifestazione di protesta nel corso delle commemorazioni del ventennale dell’Alluvione del 1996.”

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