Avete presente tutte le storie attorno alla tracciabilità del prodotto alimentare, alla sua corretta conservazione, alle precise norme che regolano la compravendita di generi freschi? C’è chi pensa che queste leggi non lo riguardino, e pensa di poter vendere arselle fresche attraverso una pagina Facebook.

Succede sul gruppo Mercatino camaiorese compra vendi baratta. Tra armadi vecchi, vestiti di bambini ormai piccoli, scarpe e accessori di giardinaggio di seconda mano, è spuntato un insolito messaggio: “Arselle sgusciate, vaschetta da 250 grammi a 10 euro”. Sulla provenienza di tale prodotto, sulla sua conservazione, ovviamente nessun dettaglio. Chiara invece l’offerta speciale “Ne prendi due a 15 euro”.

Agli enti preposti, un consiglio: quello di controllare e vigilare anche quello che accade sul web. Spesso infatti la filiera, da chi pesca a chi distribuisce a chi vende e serve al ristorante, è sottoposta a rigidi e severi controlli, sacrosanti visto che si parla di ciò che mangiamo. Controlli che spesso mettono in luce gravi inadempienze o atti che mettono a repentaglio la salute del consumatore, altre volte riguardano ‘cavilli’ come un grado in più o uno in meno per il frigorifero, o l’altezza di un tubo di aspirazione. Su Facebook invece, a quanto pare (e pare strano, a dire il vero) basta una semplice foto con annuncio.

 

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ultimo aggiornamento: 27-05-2016


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