La ricorderanno a lungo questa partita. Ai loro figli e ai loro nipoti racconteranno dell’ultimo rigore segnato da “Jeky” Valenti, quello che diventa protagonista quando conta di più, quello che un anno fa nella semifinale di Serie A contro la Sambenedettese si era inventato una rovesciata di rarissima bellezza ad un secondo dalla fine.

Racconteranno di quell’arbitraggio scriteriato, di quell’espulsione senza senso a Simone Marinai, impossibilitato di conseguenza a giocare la finale, la gara più importante della sua vita, ammonito una seconda volta per simulazione. Racconteranno di Stefano Marinai, che pur non disputando neppure un minuto, si è presentato sul dischetto con coraggio.

Ha sbagliato un rigore. È successo anche a fenomeni planetari. Racconteranno di un Ozu monumentale, una muraglia umana, di un Gori che ha svestito i panni del bomber ed indossato quelli del primo difensore. Ha ringhiato a perdifiato sulle caviglie degli avversari. Racconteranno di un Ramacciotti che ha siglato una doppietta e che il suo penalty l’ha trasformato con freddezza. Racconteranno di un Carpita che ha disinnescato la raffica di conclusioni che a turno i temibilissimi giocatori del Braga hanno scoccato.

Racconteranno di Genovali e Remedi, utili perché duttili. E vispi. Racconteranno di uno Stefano Santini indiavolato in panchina, ma tecnico preparatissimo e carismatico, racconteranno di quelli che non sono stati impiegati, ma che a modo loro hanno contribuito al raggiungimento di una finale storica. Racconteranno di loro stessi e di quella semifinale di Euro Winners Cup vinta ai rigori. E chissà, magari non si limiteranno a questo.

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ultimo aggiornamento: 28-05-2016


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