Ce li ha portati lui sul tetto d’Europa. Li ha allenati e soprattutto allevati. Li ha formati come uomini e poi come beachers. Stefano Santini lascia che siano i suoi ragazzi al centro della scena. “Con Marinai squalificato e Ramacciotti infortunato, ho detto alla squadra di metterci il cuore. Abbiamo giocato al gatto col topo, uno dietro a spazzare (Ozu) e quelli veloci a rincorrere gli avversari”. Una tattica vincente. Che fosse un tecnico di spessore internazionale non lo si scopre certo adesso. Santini è abituato a guadagnarseli i successi, senza che gli sia regalato alcunché. “Non ci siamo resi conto di quel che siamo riusciti a fare. Siamo campioni d’Europa, impressionante. Abbiamo dimostrato di avere gli attributi ai rigori ed una consapevolezza che prima ci mancava. Senza il capitano e con un arbitraggio a sfavore, abbiamo raggiunto l’obiettivo”.

Tra i singoli, una menzione speciale per Ozu: “Uno dei giocatori più forti al mondo che è entrato nella nostra famiglia con tanta umiltà, facendo da padre e da fratello maggiore ai compagni più giovani”.

C’è un segreto dietro ogni trionfo. “Ho ripetuto ai ragazzi di restare calmi, qualcuno nella finale scudetto del 2015 troppo presto aveva perso la lucidità. Stavolta siamo rimasti uniti e ce l’abbiamo fatta”.

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ultimo aggiornamento: 30-05-2016


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