“Non è mai facile…”. Marco Piagentini non è solo il presidente de Il Mondo che Vorrei, la onlus che raccoglie i famigliari delle 32 vittime del disastro ferroviario di Viareggio del 29 giugno 2009. È uno dei sopravvissuti, uno di quelli che si porterà per il resto dell’esistenza le cicatrici di quella maledetta notte per la perdita della moglie e di due figli in tenerissima età. È l’emblema di una città ancora assetata di giustizia per chi non c’è più.

“Il silenzio che avete avvertito questa sera è il silenzio dello Stato italiano, che ci umilia e ferisce”, sono le sue prime parole davanti a una piazza ancora gremita a sette anni esatti di distanza dalla strage. “Non posso pensare che l’incendio colposo possa cadere in prescrizione. Il dolore non va mai in prescrizione, ricordatelo. Quella notte c’era tutta Viareggio. E sulla città è stata scagliata una vera e propria bomba”.

Al suo intervento fa seguito la proiezione di “Ovunque proteggi”, cortometraggio che riassume in pochi minuti il dramma di quella notte e che è stato premiato perfino a New York e a Cannes. Un documentario che Il Mondo che Vorrei continuerà a far divulgare. E che, parola di Piagentini, “racconta comunque solo il 5% di quello che è accaduto il 29 giugno 2009 a Viareggio…”.

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ultimo aggiornamento: 30-06-2016


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