Uno straordinario artista. Di più: un maestro. Un carnevalaro verace. E soprattutto un amico. Così i carristi del Carnevale vogliono ricordare Gilbert Lebigre, venuto a mancare questa notte a 63 anni ancora da compiere.
“Fine di un pezzo anche di me”, scrive Umberto Cinquini. Che poi aggiunge: “Erano ancora gli anni in cui uno sguardo dei vecchi ti incuteva timore. Se Arnaldo, Silvano o Sergio Baroni ti guardavano ti mettevano i brividi addosso.
“Nessuno osava azzardare, andare oltre gli schemi, provare nuove soluzioni di forme, colore, modellatura. Ma poi arrivaste voi, te e la Corinne, e con una risata anarchica avete spaccato il muro della rigidità.
“Da quel giorno in poi tutti erano coscienti che si poteva fare, che si poteva azzardare, essere liberi di creare.
Forse nemmeno te ne sei mai reso conto ma hai dato autostima a tutti, sei il fratello maggiore della Nostra generazione di ‘carristi’. Al di là dell’aspetto artistico ed umano, è la tua caparbietà di andare a dritto nelle cose che ti rende unico ed era anche la cosa che mi fa incazzare di più.
“Testardo come pochi al mondo, quando ti viene in mente una cosa nemmeno le cannonate ti smontavano. In quello sei proprio ‘francesce’ anche se per me vieni da una altro pianeta. Non ti scorderò mai fratellone”.
Questo, invece, il pensiero di Roberto Vannucci: “Un grande uomo e un grandissimo artista che stimavo tantissimo e avevo una grande condivisione di idee. Mi mancherà moltissimo e mancherà la sua arte ed il suo modo di fare carnevale. Un grande maestro per tutti noi. Buon viaggio, sono sicuro dovunque andrai conquisterai con la tua arte e la tua ironia ancora”.
Breve ma ricco di significati il saluto di Jacopo Allegrucci: “Un artista dell’inventiva e dell’arte del costruire, le tue idee rimarranno sempre nel mio cuore, un amico vero, un grande carnevalaro. Ciao Gilbert”.
Luciano Tomei saluta così Lebigre: “Caro maestro, più volte ci siamo abbracciati e stretti la mano: ci guardavamo negli occhi come si fa tra uomini. Sono addolorato, non sarà lo stesso senza di te”.
