Franco Cordelli con il romanzo “Una sostanza sottile” (Einaudi), Sonia Gentili con la raccolta di versi “Viaggio mentre morivo” (Aragno) e Bruno Pischedda con il volume “L’idioma molesto” (Aragno) sono rispettivamente i tre supervincitori delle sezioni narrativa, poesia e saggistica dell’87ma edizione del Premio Viareggio-Rèpaci, conclusosi ieri sera nella Cittadella del Carnevale di Viareggio. Una cerimonia che si è svolta con sobrietà, aperta con un minuto di silenzio per ricordare le vittime del sisma che ha colpito l’Italia centrale.

“Non posso parlare del Premio in sé – sostiene Franco Cordelli – parlo del significato del Premio per me. Credo di aver vissuto la letteratura e di aver scritto dei libri non ‘fuori’ ma ‘ai margini’ dell’istituzione. Ricevere un premio letterario come il Viareggio Rèpaci fatalmente mi sorprende, perché è un riconoscimento importante e istituzionale. E mi fa piacere. Questo premio, infatti, è anche un mio ricordo di gioventù -prosegue poi lo scrittore- ho sempre in mente le foto di Moravia e Pasolini a Viareggio negli Anni Sessanta. Scrivere è la mia vita, non me lo pongo mai come un compito: scrivo e basta. L’ho sempre fatto e suppongo che continuerò a farlo. Di fatto è un valore non solo affettivo, ma anche personale. Un valore di trasmissione dell’esperienza e del sentimento che essa comporta”.

“La lirica – spiega Sonia Gentili, supervincitrice della sezione Poesia- è una condizione di indebolimento dell’io dell’autore, il quale non è che il luogo di una battaglia: quella dei ritmi e delle immagini che emergono, si incontrano e si scontrano sino a trovare tra loro una concatenazione che diventa un’unica danza. L’io del poeta non è affatto al centro dell’opera poetica, come piace pensare ad alcuni: esso ne è piuttosto il terreno. Il poeta viene abitato da un fenomeno in cui tutto è ‘soggetto’, mentre egli è il luogo in cui la soggettività diffusa, che anima la poesia, agisce. ‘Viaggio mentre morivo’ allude a questo tipo di morte: indebolimento del controllo, dissoluzione della volontà nell’esperienza della visione. Siamo abituati a pensarci come centro di una volontà, ma siamo anche – e forse soprattutto – luogo di apparizioni della nostra immaginazione”.

Supervincitore della saggistica Bruno Pischedda, docente di Letteratura e cultura dell’Italia contemporanea all’Università di Milano, che con “L’idioma molesto” ha ricordato la figura di Emilio Cecchi e, con lui, “degli ebrei in conflitto con se stessi”, disegnando secondo la Giuria, “una sorta di biografia intellettuale e intransigente che reperisce le basi di una visione discriminatoria dell’Italia al tempo del fascismo”.

I premi speciali sono andati al professor Amedeo Quodam, emerito dell’Università La Sapienza a cui è stato attributo quello alla Carriera; a Lucio d’Alessandro, rettore dell’Ateneo napoletano Suor Orsola Benincasa, è andato invece il nuovo Premio del Presidente per la narrativa, per il romanzo storico “Il dono di nozze. Romanzo epistolare involontario sui Reali d’Italia scritto nel 1896 da D’Annunzio e altri personaggio d’alto affare” (Mondadori Electa), mentre il Premio Internazionale è stato attribuito al Comune di Lampedusa e Linosa per l’accoglienza e la solidarietà dimostrata nei confronti dei rifugiati. La telefonata in diretta del vice sindaco, Damiano Sferlazzo, a commento del filmato sugli sbarchi, ha segnato un momento di sentita partecipazione e ha commosso il pubblico. Così come è accaduto con il premio attribuito “Al giardino ancora non l’ho detto” (Ponte alle Grazie) dell’autrice Pia Pera, scomparsa il 26 luglio 2016, in seguito a una lunga malattia.

Nel corso della serata sono stati consegnati i premi “Giuria-Viareggio”, che sono andati per la Narrativa a Marco Salotti docente all’Università di Genova ed esperto di cinema; per la Poesia, a Mariangela Gualtieri, fondatrice del Teatro Valdoca, e a Rino Mele, presidente della Fondazione di poesia e storia Ex Machina. Per la Saggistica, invece, sono stati insigniti Guido Crainz, storico che insegna all’Ateneo di Teramo, e Mirko Tavoni linguista e docente all’università di Pisa. Sul palco la presidente del Premio, Simona Costa, i giurati, il giornalista Rai Alberto Severi, che ha condotto il galà. Insieme a loro il commissario prefettizio di Viareggio, Fabrizio Stelo, oltre alle autorità locali e agli sponsor. Sono intervenuti alla manifestazione anche il rettore dell’Università di Roma Tre, Mario Panizza e Rocco Militano, pronipote del fondatore del Premio, Leonida Répaci.

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ultimo aggiornamento: 29-08-2016


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