“L’Unione dei Comuni sta rivelando di essere stato un vero e proprio flop e potrebbe avviarsi a chiudere i battenti”. Lo scrive Gian Piero Lorenzoni, consigliere comunale di opposizione a Stazzema e capogruppo della lista Luce a Stazzema.

“Se ne stanno accorgendo tutti, anche i più distratti alle vicende della politica. Ormai da mesi e mesi si può constatare l’inesistenza di un ente che, da un lato, non ha la volontà politica di funzionare, dall’altro, nei pochissimi ed insignificanti servizi che gestisce, ha dimostrato tutta la sua debolezza. Ma le incognite non riguardano solo ciò che ancora si deve realizzare, ma soprattutto quelle funzioni associate che dovrebbero camminare sulle proprie gambe. Problemi, debolezze, deficit di organizzazione che poi, in ultima istanza, si ripercuotono sui cittadini.

“Va ricordata la visita ispettiva svolta dalla Regione Toscana nel maggio 2016 con la quale i funzionari incaricati hanno concluso che l’Unione dei Comuni della Versilia non esercita nessuna delle funzioni previste dallo stesso Statuto dell’ente e per le quali la Regione ha erogato ed eroga un contributo anno importante che l’Unione rischia di dover restituire. Nel mese di luglio è stato approvato il bilancio di previsione 2016 che ha palesemente messo in luce un ente che non fa nessun investimento sul territorio, che non crea alcun tipo di valore, che non è in grado di affrontare le molte emergenze del territorio amministrato, ed in particolare quello montano: si pensi al lavoro, alle imprese, alla situazione drammatica delle servizi.

“Dopo l’imminente cancellazione delle Province servirebbe un ente in grado di proporre un’attenta ed efficace programmazione territoriale in grado di pianificare, a livello sovracomunale, interventi sulla viabilità, sul trasporto pubblico locale, sulla sicurezza, sui servizi alla persona e alle imprese e molto altro ancora. Se l’Unione dei comuni non è in grado di rispondere a queste necessità allora prendiamone atto e se ne traggano le dovute conseguenze.

“E’ giunto il tempo di rompere il silenzio e quello di avviare alla luce del sole quello che è già nei fatti: dismettere un ente non utilizzato e se ai comuni che ne fanno parte non interessa la gestione di funzioni associate, come prevede la legge, abbiano il coraggio di trarne le dovute conseguenze. Va anche amaramente constatato che a fare i conti con l’immobilismo e la conseguente possibile chiusura dell’Unione dei Comuni rischiano di essere i lavoratori impegnati nei vari uffici, tanto che in una nota, di poco tempo fa, hanno espresso tutte le loro preoccupazioni ed hanno lanciato agli amministratori un allarme sul futuro dell’Ente. Se l’Unione andasse in fumo andrebbe al vento anche il futuro professionale di 15 addetti ai servizi e di 14 impiegati nelle attività forestali.

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ultimo aggiornamento: 13-09-2016


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