Web, istruzioni per l’uso – Conversazione con Giovanni Boccia Artieri

Recentemente hai affermato in un tweet: “È che dobbiamo educarci emotivamente al digitale e non tecnologicamente. Le vite connesse sono condivise ma non sempre condivisibili. “: cosa significa?

Che non sempre quello che abbiamo da dire dovrebbe essere detto completamente in pubblico. Ci sono conversazioni che hanno bisogno di contesti diversi. Una cosa è parlare a ruota libera con gli amici un’altra è mettersi su un palco. I social media permettono di fare entrambe le cose ma anche di confonderle. Di qui tutti gli eccessi emotivi e le estremizzazioni in cui spesso cadiamo, sia come lettori che commentano che come produttori di contenuti.

In un momento di grande investimenti e diffusione della didattica digitale, quali ritieni siano le opportunità e i rischi a livello di apprendimenti e di relazioni?

Il rischio principale è quello di confondere il mezzo con la cultura: il tema non è avere una LIM o gli ereader in classe ma cosa farci, come inserirli nella pedagogia di una classe, come farsi trasformare e come trasformarli.
Il tema è quindi come inserire nell’approccio didattico quella che è ormai una condizione normale delle vite dei ragazzi, la connessione.

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Giovanni Boccia Artieri

Quale ruolo gioca la famiglia nel rapporto giovani e mondo digitale?

La famiglia è centrale in ogni dieta mediale quindi anche con il digitale. Ma non si tratta solo di competenze tecnologiche ma di riuscire a contribuire come adulti nel dare “senso” alle cose che il digitale consente, a ricondurlo ad un contesto quotidiano, di utilità e sviluppo di possibilità.

Quali consigli possono essere utili a un adolescente che si avvicina al mondo dei social?Sperimenta nelle nicchie. Che significa provare le potenzialità della produzione connessa di contenuti ma in spazi emotivamente protetti, chiudendo ad esempio il profilo Instagram e partendo da cerchie ristrette che via via si allargano.

Nel dibattito su “bufale” e “post verità”, quali sono secondo te gli approcci e gli aspetti da valorizzare per un uso del web utile, critico e creativo?

Occorre sviluppare una consapevolezza nelle persone che l’approccio ad ogni tipo di news non può prescindere dal contesto della news stessa: le fonti che la producono, i fatti da cui deriva, ecc. non possono essere scambiati con l’opinione che viene comunicata. Servi quindi maggiore media literacy che ci insegni fin dalla scuola a smontare una notizia e il mezzo che la diffonde. E serve una percezione di completamento della notizia: incontrare una singola news dovrebbe stimolare ad approfondire non ad accontentarsi a condividerla.

Video su cultura popolare e digitale: conversazione con Tullio de Mauro

Note biografiche

Giovanni Boccia Artieri è professore ordinario presso la Facoltà di Sociologia dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo. Insegna “Sociologia dei media digitali e Internet Studies” e “Comunicazione pubblicitaria e linguaggi mediali”.

Il suo blog è https://mediamondo.wordpress.com/

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