Gianluigi Ricuperati, La scomparsa di me: tra le righe di un libro per vivere e rivivere il tempo

Cosa successe dopo? Altre notti, altri giorni. Dentro e fuori. Fuori e dentro. Sembra ovvio, ma non lo è. Non in questo stato, almeno.

“La scomparsa di me” di Gianluigi Ricuperati è un romanzo complesso e strabiliante. In un lungo e visionario flusso di coscienza il protagonista ci racconta cosa accade dopo la sua morte, avvenuta per un incidente stradale. La coscienza del nostro personaggio si incarna inspiegabilmente ogni giorno in una persona nuova che in qualche modo aveva incrociato. Il protagonista vaga così mantenendo la propria coscienza nelle sembianze altrui.

È in questo modo che ogni capitolo si configura come un insieme di dubbi, interrogativi spesso senza risposta comportando l’assunzione di punti di vista nuovi su fatti e persone.

Attraverso gli occhi degli altri il protagonista esce così dalla propria prospettiva per mettersi in discussione e provare a comprendere la realtà nella sua dimensione più molteplice e concettuale vissuta. Il procedimento è vissuto dal protagonista in modo contrastante: talvolta come opportunità, altre volte come opportunità. Sembra quasi un paradosso che la vita della persona ormai deceduta risulti così ampliata proprio nel momento in cui ne viene troncata l’esistenza.

Vivere a questo punto significava solo aspettarsi cose.

Un’opera complessa

Gianluigi Ricuperati, La scomparsa di me

L’opera di Ricuperati è un’opera complessa e al tempo stesso completa, capace di andare oltre la sperimentazione: è un’opera che sa coinvolgere il lettore in un percorso inconsueto e avvincente dentro gli stessi pensieri. Grazie all’escamotage delle immersioni nei vari personaggi infatti Ricuperati ci offre interrogativi sui più svariati temi: dalla profondità delle relazioni al mondo virtuale, dai rapporti lavorativi alla vita quotidiana dei disabili. Un punto di forza del testo è proprio questo: tenere il filo del discorso intimo approfondendo aspetti attuali senza incrinature, in un flusso continuo, coerente e stimolante. La scrittura di Ricuperati è esatta, cristallina, essenziale, è lo strumento attraverso cui gli interrogativi intimi divengono universali, una scrittura capace di far pensare e commuovere.

Ci sono incroci nei quali sentire è una prova di reato e il reato è non agire

In definitiva “La scomparsa di me” è un appassionato inno alla vita in ogni suo aspetto che emerge in modo prorompente nella ricerca di Ada, la figlia piccola del protagonista la cui attesa di incontro diventa voglia di vivere ancora. Al libro fanno da corredo delle pagine contenenti un’opera di Emiliano Ponzi che rappresenta le mani e sintetizzano l’anima del romanzo: stare tra la vita e la morte, stare tra le righe di un libro come tra le linee di una mano per un tempo da vivere e da rivivere.

E ricordai le mie mani, le mani di tutto ciò che che era stato, pronte a proteggere e a interrogare tutto il tempo che dovevano ancora rivivere.

Gianluigi Ricuperati, biografia

Gianluigi Ricuperati, La scomparsa di me

Gianluigi Ricuperati (Torino, 1977) ha collaborato con Repubblica, Domus, D, Il sole 24 ore. Ha esordito nel 2012 con Il mio impero è nell’aria, mentre del 2013 è La produzione di meraviglia. Ha contribuito alla realizzazione di numerosi eventi e percorsi in ambito urbanistico, architettonico e artistico. È direttore artistico della Domus di Milano e crede fermamente nel dialogo tra le discipline.

La recensione di questo libro è stata offerta dalla libreria La Vela di Viareggio.

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