Il Palazzo Mediceo è uno degli edifici di maggiore interesse storico-culturale del Comune di Seravezza. Fu fatto costruire tra il 1561 e il 1565 da Cosimo I dei Medici, come sua residenza temporanea e come avamposto in Versilia, territorio molto conteso tra Firenze, Lucca, Pisa e Genova soprattutto per la presenza delle cave di marmo. La villa infatti è un palazzo fortificato che serviva come luogo di villeggiatura per il granduca ma poteva trasformarsi se necessario in una struttura militare difensiva, come si nota dalla sua struttura solida.

Dopo l’estinzione della casata Medicea (XVIII secolo) la villa passò ai Lorena. Il granduca Pietro Leopoldo destinò una parte dei locali per i magazzini e gli uffici amministrativi di una ferriera, ancora visibile al lato del palazzo, costruita intorno al 1786 lungo il torrente Vezza. Nel 1835, chiusa la ferriera, la villa ritornò ad essere luogo di soggiorno della famiglia granducale. Passò poi allo Stato italiano e nel 1864 venne donato al comune di Seravezza che, dopo aver in un primo tempo adibito l’edificio a carcere, lo recuperò e lo usò in seguito come sede Municipale, fino al 1966.

A partire dal 1982 il Palazzo Mediceo di Seravezza è divenuta sede di importanti esposizioni di arte moderna e contemporanea. Nel 1985 nei locali del piano terreno è stata trasferita la Biblioteca Comunale “Sirio Giannini”, dove ha sede anche l’Archivio Storico Comunale pre-unitario e post-unitario, mentre al secondo piano è stato inaugurato nel 1996 il Museo del Lavoro e delle Tradizioni Popolari della Versilia Storica, che consta di circa duemila oggetti che si riferiscono alle attività economiche e tradizionali della Versilia Storica.

Attualmente, nelle sale del primo piano del palazzo vengono allestite numerose mostre temporanee, mentre il secondo ospita in modo permanente il Museo del Lavoro e delle Tradizioni Popolari della Versilia Storica. Frutto di un ampio lavoro di ricerca su campo iniziato negli anni 70 del Novecento, e inaugurato nel 1996, raccoglie numerosi strumenti di lavoro e oggetti di uso quotidiano ed è arricchito da fotografie, filmati e da opere pittoriche di artisti come Hansjorg Wagner, Ernesto Treccani, Marcello Tommasi, Giuseppe Viner e Romano Cosci. Il percorso di visita si articola in 11 sale tematiche dedicate al mondo agricolo, alle attività domestiche, all’industria marmifera dal 1500 al 1800 e alle attività minerarie e metallurgiche dal 1800 al 1900 della Versilia storica; un’intera sala è dedicata alle attività didattiche rivolte ad adulti e bambini.

Di fianco al Palazzo Mediceo è visibile una cappella sconsacrata, edificata al tempo della Granduchessa Maria Cristina di Lorena e il bellissimo pozzo al centro dello splendido cortile interno, sormontato da un trofeo raffigurante una trota che una leggenda popolare vuole che sia la copia di quella pescata nel 1603 da Maria Cristina nel torrente Vezza, in prossimità della chiesa di San Paolo a Ruosina.
Tra gli edifici di pertinenza del Palazzo ci sono poi le ex scuderie Granducali, oggi adibito a teatro e cinema e il Teatro dei Costanti. A fianco del Palazzo, lato fiume, si può ammirare un interessante edificio industriale, che sorge nell’area dove erano posizionate le antiche peschiere per l’allevamento delle trote. L’immobile è stato acquistato, nel 1999, dalla società ARTCO per diventare un luogo destinato alla creazione di opere di scultura contemporanea e alla diffusione della cultura grazie all’attività della Fondazione ARKAD.

Il 23 giugno 2013, il palazzo mediceo è ufficialmente riconosciuto dall’Unesco come patrimonio mondiale dell’umanità nel “Sito seriale delle ville e giardini medicei della Toscana”.

 

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