L’edificio è stato edificato nel 1921 all’angolo tra via Fratti a via Vespucci, su progetto di Francesco Luporini per il viareggino Raffaele Panelli per ospitare attività commerciali e residenziali. In origine si chiamava Villa Mele.

La villa Argentina, sia per la sua architettura che per i suoi manufatti decorativi, può essere considerata l’espressione più significativa del linguaggio modernista non solo viareggino ma dell’intera Versilia
Nel 1926, con il passaggio di proprietà alla signora Francesca Racca Oytana, l’immobile venne ampliato e trasformato in villa su progetto dell’ingegner Alessandro Lippi. A questo periodo si fanno risalire le decorazioni di Galileo Chini sulle facciate. La villa, infatti, espone una delle maggiori testimonianze di ceramiche destinate all’architettura prodotte dalle Fornaci Chini di Borgo San Lorenzo.
Gli elementi decorativi richiamano, anche nei colori verde, giallo, blu, i motivi tradizionali delle maioliche del Rinascimento fiorentino, arricchiti da Galileo Chini con un’inedita ricca gamma di soggetti del nuovo stile modernista: evocazioni di atmosfere orientali sono rintracciabili sia negli ornamenti ceramici della facciata, che riportano il caratteristico motivo islamico raffigurante l’albero della felicità, sia nei saloni della Villa.
Al pian terreno sono invece presenti dipinti del pittore sardo Giuseppe Biasi (1888-1945) che risalgono al 1930: nel salone un grande trittico raffigura un matrimonio persiano, ambientato in un paesaggio orientale. I grandi pannelli si inseriscono in una fitta trama floreale di decorazioni in stucco bianco e oro, anch’esse di gusto orientale, che sono moltiplicate dal gioco illusionistico degli specchi presenti nel salone.
Un ulteriore ampliamento avvenne nel 1939 quando la proprietaria era la baronessa Arboreo di Sant’Elisa. L’anno successivo viene coronato il corpo della torre con una balaustra simile a quella già adottata nella terrazza del primo piano.


Negli Anni ’60 la Villa divenne un hotel, con ovvia ristrutturazione degli interni per le esigenze di realizzazione di camere con bagno.
Intorno alla metà degli anni ’80 l’edificio era in stato di completo di abbandono. Per impedirne la rovina totale e il completo snaturamento, l’edificio fu vincolato dal Ministero per i Beni Culturali nel 1989.
Nel 2001 l’acquisto dell’immobile da parte della Provincia di Lucca per 3 miliardi di lire.

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