La polenta Cazzalà fa parte dei ricordi della mia infanzia, che mi sente molto legato alla mia nonna Emilia, originaria di Carrara, donna non molto a suo agio a dimostrare i propri sentimenti, ma di una dolcezza unica.
Il caso voleva che per l’epifania mia nonna festeggiasse il suo compleanno, e la famiglia si riuniva tutta a casa sua a pranzo per festeggiare. Quando entravamo in casa la nonna ci accoglieva con un sorriso, mentre era intenta a mescolare la polenta di farina di mais, e in cucina si respirava il profumo del Cazzalà.
Per scrivere la ricetta della polenta Cazzalà sono andato a trovare la mia nonna, ormai ha 87 anni, ma è ancora bella arzilla, non ha capito molto bene a cosa serva internet, ma le ho spiegato che è come un libro sul computer, dove tutti potranno scoprire la sua ricetta e provarla nelle loro case, e questo l’ha resa felice di condividere con voi la sua ricetta.

La polenta Cazzalà si presta facilmente anche ad incontrare il gusto dei bambini più grandi, che vogliono provare qualcosa di diverso dalla classica polenta condita con olio e formaggio, o con del sugo di pomodoro. In tal caso suggerisco di evitare l’aggiunta del peperoncino, diversamente aggiungetelo in fase di soffritto degli odori secondo le quantità che preferite.

(Visitato 3.760 volte, 1 visite oggi)
Print Recipe
Polenta Cazzalà
La polenta Cazzalà secondo la ricetta di come la fanno a Carrara, che per me rappresenta l'archetipo del calore della famiglia, del periodo delle feste di natale, dei sorrisi degli adulti quando sei piccino, e dell'amore della nonna.
polenta cazzalà
Piatto piatti unici
Livello facile
Costo economica
Tempo di preparazione 10 minuti
Tempo di cottura 60 minuti
Porzioni
persone
Ingredienti
Piatto piatti unici
Livello facile
Costo economica
Tempo di preparazione 10 minuti
Tempo di cottura 60 minuti
Porzioni
persone
Ingredienti
polenta cazzalà
Istruzioni
  1. Prendete una pentola capiente, riempitela con 1 litro d'acqua, un mestolo d'olio, salate e fate raggiungere l'ebollizione coprendo con un coperchio.
  2. Mettete in ammollo in funghi secchi in una terrina con dell'acqua tiepida. Una volta ammollati, tagliuzzateli. La loro acqua sarà poi da utilizzare in seguito, quindi non buttatela.
  3. Mondate e lavate bene le verdure. Tagliate gli odori (cipolla, aglio, e le foglie di basilico) in modo grossolano, i pomodori a pezzi e le zucchine a rondelle.
  4. Riscaldate dell'olio extra vergine d'oliva in un tegame sulla fiamma, e mettete gli odori a rosolare insieme alle zucchine tagliate a rondelle, aggiungete i funghi tagliuzzati. Vi suggerisco di aggiungere un pizzichino di sale ad ogni ingrediente che aggiungerete, così da esaltare il gusto di ogni ingrediente che mano a mano andrete ad aggiungere, e si mescolerà con gli altri.
  5. In fine aggiungete i pomodori a pezzi, irrorate con l'acqua filtrata dei funghi, aggiustate di sale e di pepe quanto basta, (assaggiate sempre per regolarvi meglio, ricordate che un po' di sale l'avete aggiunto mentre aggiungevate gli ingredienti) abbassate la fiamma a fuoco basso per concludere la cottura del Cazzalà.
  6. Quando la pentola che avete messo a bollire, avrà raggiunto un allegro bollore, buttate la farina a pioggia, rimestando con un mestolo di legno, così da sciogliere i grumi di farina che si dovessero formare, schiacciandoli contro la parete della pentola se il caso lo richiede.
  7. Cuocete la polenta per una quarantina di minuti, massimo un'ora. E' fondamentale girare con il mestolo, per evitare che la polenta si attacchi al fondo, il che comporterebbe un gusto di bruciato alla polenta.
  8. La polenta dovrà risultare morbida, da mangiarsi con il cucchiaio. Servitela su dei piatti fondi (noi eravamo soliti mangiarla in scodelle di terracotta, ma andranno bene anche dei piatti fondi), cospargendola con il sugo di zucchine e funghi, e per chi lo desidera una spolverata di parmigiano.
Recipe Notes

La polenta Cazzalà è tipica della cultura della gente povera degli anni 50 di Marina di Carrara, e consentiva alle famiglie di non sentire troppo la fame, (la polenta ha quest'effetto quasi magico, di farti sentire sazio) con ingredienti molto economici.
In particolare gli ingredienti in questione erano a costo zero, infatti erano in molti allora, a recarsi alla Fattoria Ceci di Marina di Carrara, che era un podere molto grande, dove si coltivavano uva, mais, grano, ed alberi da frutto, il tutto intervallato da dei piccoli viali bordati di rose dove passeggiava la contessa Ceci. Le persone normali non erano molto interessate a fare delle passeggiate, preferivano allungare la mano su frutta e verdura della fattoria, stando attenti a non essere notati dal vigile e severo fattore che in bicicletta teneva d'occhio la tenuta.


Riso selvaggio con totano affumicato e carciofi

Un versiliese in lizza per vincere il “Gelato d’oro”