Nella deposizione Masiello ha detto di aver ricevuto un paio di visite a casa da Angelo Iacovelli, l’infermiere che in questa storia ha un ruolo ancora da definire, e dallo slavo. Volevano offrirgli con insistenza 80 mila euro, cifra che poi il difensore viareggino, ora in forza all’Atalanta, avrebbe poi restituito, perché la combine di Palermo-Bari era saltata.
La paura di Masiello è stata tanta: per sé e per la sua famiglia. Ma anche di essere arrestato. Sapeva che quando Iacovelli ed altri soggetti entravano liberamente nello spogliatoio del Bari per offrire mazzette, facevano sul serio e che non scherzavano. Già in altre occasioni si erano avvicinati a Masiello per provare a truccare altre gare, ma lui aveva seccamente rifiutato, fino al blitz sotto casa.
Il viareggino ha detto chiaramente di non essere l’unico, all’epoca del Bari, ad essere coinvolto in questa caotica situazione tra i giocatori, vedi Bellavista che a parlare di scommesse era stato uno dei primi.
E’ stato Masiello stesso a voler parlare, come accaduto venerdì scorso a Cremona, di fronte al pm De Martino. Anche in questo caso, atto secretato e bocche cucite, con l’avvocato del terzino, Salvatore Pino, che si è limitato a dichiarare: “E’ stato un interrogatorio molto duro per Andrea”.