Il tema. Nel celebre cartone animato di Walt Disney, il principe Giovanni le definiva “bellissime” e “adorabili”. Non si può certo dire altrettanto, oggigiorno, delle odiatissime tasse. “Alzi la mano chi, anche tra i più onesti contribuenti, quando è il momento di pagare le tasse, fa salti di gioia.” si domanda il carrista nella sua relazione. “In questo momento poi, con i grossi problemi economici che stiamo vivendo, le famiglie faticano a far quadrare il loro bilancio e ad arrivare alla fine del mese. Non c’è giorno in cui non si debba pagare qualcosa, le tasse sono troppe e molto spesso spropositate, rispetto al reale guadagno, di un operai, o di un datore di lavoro.” Di questo passo, insomma, l’Agenzia delle Entrate finisce per diventare nulla più che una sanguisuga.
Il carro. Partendo proprio da questa metafora Ricci, uno degli ultimi “fedelissimi” della cartapesta nell’era dei materiali alternativi, ha sviluppato la sua costruzione. Un carro dominato da un grande castello, tetro ed inquietante, popolato da orridi pipistrelli che rappresentano le tasse più conosciute ed onerose. Il padrone di casa è Dracula, incarnazione del fisco, pronto a colpire non appena si presenta l’occasione. Grazie ad un effetto scenico, il castello sparirà per lasciar spazio ad una cartina dell’Italia, o meglio, dell’Equitalia, un groviera a forma di stivale con tanti buchi – i debiti – preso d’assalto da topolini, pure loro simbolo delle tasse.