Umberto Puccinelli è uno dei pochi viareggini che conserva in sé l’innata capacità di posare lo sguardo sul mare e farsi “sciambrottà” dalle onde, gustarsi il vento, osservare la terra da lontano, rinchiuderne le sensazioni e riversarle su carta. Immaginate per un istante che questa carta diventi mare sotto i vostri occhi… Inconsapevolmente ne verrete risucchiati e navigherete sopra parole costrette sotto forma di poesia o di dialogo teatrale o, ancora, di profonda riflessione politica. Cutter, tartane, brigantini, il campionario di imbarcazioni che Umberto ci ha disegnato e fornito per navigare tra i suoi pensieri è assai vasto. Tocca dunque a noi lettori scegliere il mezzo più giusto per assaporarci questo viaggio per mare.
“Ho vagabondato tra amari richiami ad una politica più pulita, morale ed umana e scoperto, in mezzo all’utilizzo beffardo dell’ironia, l’anima sorridente di un uomo che aspira ad un domani diverso. Ho vagheggiato sul significante di ogni singola parola in rima, rendendomi conto che alla voglia d’ordine delle sestine, corrisponde un’esplosione anarchica del significato. Poi, con la faccia arsa dal sole e dal sale ho fatto rotta su Viareggio. Da vagabondo vagheggiatore avevo la necessità di riscoprire l’amore per la mia città. Qualche parola in viareggino s’è trasformata in ancora che ha fermato il mio cutter davanti al molo della Madonnina”.
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ultimo aggiornamento: 15-03-2012