Nella lettera ufficiale si legge infatti: “La situazione politica che si è venuta a determinare in queste ultime settimane mi ha indotto a rassegnare le dimissioni, che ho formalmente presentato in data 14 marzo u.s., non ravvedendo in quel momento una maggioranza politica in grado di sostenere adeguatamente l’azione amministrativa del governo cittadino. Tali dimissioni, per legge, determinano le irrevocabili conseguenze entro 20 giorni dalla data di presentazione, nello specifico entro il prossimo 3 aprile. In considerazione che il giorno 13 marzo u.s., 12 Consiglieri Comunali di riferimento a gruppo consiliari di opposizione hanno depositato, ai sensi dell’art. 52 T.U.E.L. e art. 16 Comma 2 dello Statuto Comunale una mozione di sfiducia nei miei confronti, avverto l’esigenza istituzionale di portare tale mozione all’attenzione e alla votazione del Consiglio entro il giorno precedente la sopra ricordata data del 3 aprile. Ciò al fine di non sottrarre al Consiglio Comunale e quindi alla città tutta ogni elemento di conoscenza e di sopravvenienza delle scelte in essere e delle relative conseguenze. Per quanto esposto, ai sensi dell’art. 37 e successivi del Regolamento del Consiglio Comunale, la prego – termina la lettera indirizzata a Spadaccini – di provvedere alla convocazione del Consiglio”.
Fin qui la missiva ufficiale. Ma ecco come lo stesso Lunardini spiega la sua iniziativa: “Ho sempre cercato di ispirare la mia azione politica a criteri di trasparenza, onestà e correttezza. Trasparenza, onestà e correttezza che mi spingono oggi a porre questa richiesta”