Sulla scia delle rivoluzioni arabe, migliaia di giovani tunisini sono partiti nel 2011 verso l’Europa e giunti sull’isola di Lampedusa. Il governo italiano e il governo francese hanno messo in atto una serie di misure tese a impedire la mobilità di queste persone e la lor possibilità di restare in Europa.
Al contempo, il mar Mediterraneo storicamente raccontato come luogo di incontro tra popoli e culture sta diventando sempre più un mare di morte, abitato da politiche di militarizzazione e di guerra alle migrazioni: oltre ai conclamati naufragi, diverse imbarcazioni di migranti sono a oggi disperse e sia il governo italiano che quello tunisino si rifiutano di rendere conto di quanto accade in quelle acque, mentre i Paesi delle due sponde del Mediterraneo continuano a firmare accordi bilaterali sulle politiche di contrasto alle cosiddette “migrazioni clandestine”.
E si parlerò, per l’appunto, di pratiche di migrazione, sommovimenti degli spazi e campagne di mobilitazione contro le politiche di sparizione delle vite umane sabato pomeriggio in via Comparini, assieme a Federica Sossi, attivista e docente all’Università di Bergamo. Partecipa all’incontro anche il collettivo femminista di Milano LeVenticinqueundici, promotore della campagna “Da una sponda all’altra: vite che contano”.
Martina Tazzioli del Goldsmiths College presenterà in anteprima il libro curato da Federica Sossi, e di prossima pubblicazione, dal titolo “Spazi in migrazione. Cartoline di una rivoluzione” illustrando in particolare i “sommovimenti degli spazi” prodotti dai migranti e dal loro bruciare le frontiere.
Verranno inoltre proiettati alcuni filmati relativi ai temi in questione e seguirà un aperitivo solidale.