L’assessore Scaletti ha motivato la scelta con i principi sanciti dallo Statuto regionale, laddove “prevede di tutelare tutti i cittadini, indipendentemente dai loro orientamenti politici, religiosi o sessuali”, e richiamando la legge regionale 63/2004 contro ogni discriminazione circa gli orientamenti sessuali delle persone, la Carta internazionale dei diritti dell’uomo e la stessa Costituzione italiana.
La consigliera Marina Staccioli si è dichiarata “non soddisfatta” della risposta, sottolineando che “il Gay Pride è una manifestazione estrema, non condivisa nemmeno da molti omosessuali” e, in quanto tale, “non meritevole della concessione del patrocinio regionale.”