“Particolarmente preoccupanti risultano essere i dati relativi al tumore al polmone – per gli uomini si passa dal dato regionale di 110,31 a quello locale di 124,70 [+10%], mentre per le donne rispettivamente da 24,12 a 28,87 [+ 20%] – ed ai decessi dovuti a malattie delle ghiandole endocrine e del metabolismo – per gli uomini si passa dal dato regionale di 42,42 a quello locale di 55,36 [+30%]; mentre per le donne rispettivamente da 32,90 a 36,83 [+12%]).
“Relativamente alle patologie cardiocircolatorie, spicca il dato dei decessi per cardiopatia ischemica (per gli uomini si passa dal dato regionale di 162,84 a quello locale di 186,93 [+15%]; mentre per le donne rispettivamente da 88,59 a 98,82 [+11%]).”
Secondo Lazzeri, “al fine di farvi compiutamente fronte, è necessario comprendere quali siano le cause che determinano tali valori e puntare su una valida attività di prevenzione e di comunicazione relativamente all’importanza fondamentale della diagnosi precoce ed alla sua concreta conoscenza ed accessibilità da parte dei cittadini.
“Vista la persistenza di tassi di mortalità tumorali così elevati, risulta evidente come l’Asl di Viareggio non sia stata in grado a tutt’oggi di trovare valide soluzioni ed è necessario chiedersi che cosa l’Asl 12 stia facendo concretamente e se non sia necessario un drastico cambiamento di rotta rispetto alle attuali fallimentari politiche di contenimento della mortalità tumorale.
A tal proposito risulta “deludente” il contenuto della Relazione sanitaria in merito all’azione di lotta contro i tumori: “Nonostante l’estrema gravità della situazione, la Direzione si limita a riportare quel poco che ha svolto”, prosegue Lazzeri. “Si tratta soprattutto di attività di coordinamento delle attività oncologiche dell’Azienda, di riportare succinti dati sull’attività di ricerca svolta: si cita il servizio di assistenza psicologica ai malati oncologici e poco più, ma nulla si dice circa cosa si vorrà fare e circa il ruolo chiave ed insostituibile della prevenzione.
“In sostanza, viene evidenziata una insensibilità che è senz’altro inaccettabile. Ma la cosa non stupisce anche perché non è possibile fare una seria programmazione con dati che, riferendosi al periodo 2006–2008, sono più che attempati.
“Chiediamo a tal proposito anche il necessario coinvolgimento di Ars e Arpat per poter determinare le cause basandosi su dati il più possibile aggiornati.”