LIDO DI CAMAIORE. Avete ammirato l’ultima stoccata della Vezzali, al replay, da diverse angolazioni? Vi siete goduti la vittoria di Usain Bolt guardando la sua gara dall’alto, dal basso, da davanti e da dietro? Se la risposta è sì dovete ringraziare una piccola ma importante impresa di Lido di Camaiore, la BLT, leader a livello mondiale nell’alta tecnologia televisiva.
Alle Olimpiadi di Londra non ci sono solo Vizzoni, Tesconi e Carli a portare in alto la passione e la tradizione sportiva della Versilia. E non c’è solo la Pardini, azienda che con la sue armi ha contribuito all’argento di Tesconi. C’è anche la Blt, che il suo oro l’ha già vinto ancora prima dell’inizio dei giochi olimpici.
La Blt infatti ha portato in Inghilterra un video server in alta definizione, un ‘macchinario’ progettato e realizzato a Lido,
Registra tutte le immagini e permette di poterne rivedere un tratto senza interrompere la registrazione, in super slow motion. Un sistema utilizzato quindi dalle tv – e dalla Rai in particolare – per offrire un replay di un’azione da numerose diverse angolazioni, un istante dopo che l’azione sia conclusa.
La Blt, anche in tempi di crisi, ha clienti sparsi per mezzo mondo e da lavoro a 15 persone. Quella di Londra, infatti, non è certo la prima ‘partecipazione’ olimpica. Hanno iniziato a lavorare, portando ogni volta qualche novità tecnologica a servizio delle riprese, da Sidney 2000 passando per Atene 2004 e Pechino 2008.
A Londra la Blt non solo garantisce replay istantanei in slow motion di ogni momento di gara. Ma permettono anche alla Rai di avere una sua postazione dedicata a ‘Casa Italia’, sfruttando comunque le immagini (attraverso fibra ottica) che le telecamere internazionali inviano a tutti i network internazionali. E di poter attingere all’immenso archivio delle Teche Rai dello sport.
Per l’immediato futuro la Blt, ovviamente, continua a guardare avanti con ottimismo. Tre i campi su cui stanno sviluppando i loro progetti: la stereoscopia (3D), l’Ultra High Definition (ossia una definizione 16 volte più potente degli attuali tv) e la cosiddetta ‘Second Screen’ (contenuti e approfondimenti personalizzati, su tablet o smartphone).