Secondo Coldiretti (info su www.lucca.coldiretti.it) che sta monitorando da settimane le fasi di maturazione dei grappoli e lo stato di salute delle vigne, la situazione di crisi idrica ha imposto ai viticoltori interventi di diradamento dei grappoli piuttosto consistenti riducendo il carico produttivo delle piante. Molte aziende che non hanno la possibilità di effettuare irrigazioni di soccorso hanno sopperito all’emergenza con interventi agronomici (lavorazioni superficiali) riducendo, in tal modo, le perdite di evaporazione di acqua dal suolo. “La qualità si preannuncia buona – spiega Antonio Furlanetto, Responsabile Provinciale Coldiretti – Infatti, una primavera climaticamente favorevole ha assicurato alle uve una crescita lineare e priva di attacchi fungini, anche se adesso, per gli effetti delle estreme condizioni climatiche dei mese di luglio e agosto, si ravvisano in qualche caso disfunzioni nella fase di piena maturazione delle uve ed un arresto delle normali funzioni fisiologiche della pianta. Inoltre la scarsità di precipitazioni ha limitato in molti casi l’accrescimento dei grappoli, pregiudicando parzialmente la resa da uva in vino. Stimano un calo tra del 20%”.
La prossima vendemmia dovrebbe produrre circa 20 mila ettolitri, quasi equamente suddivisi tra Montecarlo Doc e Colline Lucchesi,quasi 2 milioni di bottiglie frutto di 290 ettari di vigneti. “La pioggia è stata decisiva – spiega Carlo Montrasio dell’azienda “Il Colle” di Porcari – da lunedì noi iniziamo come le uve merlot, e poi via via, a seconda della maturazione, raccoglieremo le altre. Verso la metà del mese sarà il turno del sangiovese e poi del trebbiano”. Anche per il nettare delle Colline Lucchesi, quasi 1 milione di bottiglie prodotte, la vendemmia sarà in anticipo: “Un po’ lo è – ammette Montrasio – ci sarà un po’ meno quantità ma la qualità mi sembra davvero eccellente”. Preoccupa invece l’annata olivicola iniziata nel migliore dei moto con un’ottima allegagione che lasciava intendere livelli di produzione record. L’andamento climatico ha invece determinato stress consistenti a carico degli impianti con forti cascole delle drupe e perdite di circa 8-10% della produzione. “L’unico aspetto positivo – analizza Dina Pierotti, Presidente Provinciale Coldiretti – è quello relativo allo stato fitosanitario delle piante: il nemico più temuto dell’olivo, la Mosca, in queste condizioni è fortemente contenuto. Se per il vino la stagione si è messa sulla strada giusta, per quella olivicola ci sono ancora forti dubbi e dovremo aspettare ancora qualche settimana. E’ ancora presto – spiega ancora – per fare stime più approfondite”. E’ certo che la siccità, e più in generale i cambiamenti climatici, hanno reso urgente interventi per affrontare l’emergenza ormai diventata un appuntamento fisso: “Siamo di fronte agli effetti dei cambiamenti climatici nei confronti dei quali occorre intervenire con interventi finanziari per affrontare l’emergenza – conclude Francesco Ciarrocchi, Direttore Provinciale Coldiretti – ma anche con misure strutturali con le opere per la conservazione della acqua con il necessario potenziamentodegli invasi per l’avvenuta modifica della distribuzione della pioggia”.