“Questa decisione ci arriva tra capo e collo”, dichiara la carrista di origini fiorentine. “Una vera e propria imposizione. Dopo il secondo posto dello scorso anno non ci saremmo mai immaginati questi tipo di trattamento ad personam.
“Non so ancora come ci comporteremo adesso. Ma non siamo disposti ad accettare, come soluzione di ripiego, la realizzazione di opere sostitutive. Per noi è un declassamento economico, visto che verrebbero pagate il 25% in meno di un carro di prima categoria, ma anche artistico, perché manca l’incentivo dei premi. Se la Fondazione vuole risolvere così i suoi problemi economici…”
Ai due costruttori viene imputato di aver realizzato un carro fin troppo simile a quello dello scorso anno. “Sì, le parti portanti sono le stesse. I tralicci e le scalinate sono quelle. Ma chi conosce il mondo del Carnevale sa che molti carristi hanno sempre riutilizzato le stesse strutture. E poi ci sembra un appiglio per cercare di farci fuori: il nostro era il progetto di un carro impegnato, ricco di satira.”
E adesso? “Intanto siamo in difficoltà con i fornitori, con i quali avevamo già firmato un contratto da 27mila euro. Non so ancora quale strategia adotteremo. Ma le opere sostitutive non ci stanno bene.”