“Ad esempio, bisogna incentivare i proprietari di abitazioni che affittano a persone che vi prendono la residenza: in questo caso la tassazione deve essere come per la prima casa. Inoltre, quando un genitore concede in comodato gratuito una casa al proprio figlio che lì prende la residenza, anche in questo caso la tassazione deve essere come per la prima casa.
“Ma particolare attenzione deve essere riservata anche ai proprietari di fabbricati, vedi uffici, negozi e capannoni, dove si esercitano attività professionali o imprenditoriali: in quel caso bisogna creare un’aliquota intermedia fra il 6 e 10,60 per mille, perché chi lavora in una struttura propria non può essere paragonato a chi affitta o lascia vuota una proprietà.
“Infine, è necessario valutare una riduzione dell’aliquota massima ai proprietari di seconde case sfitte da meno di due anni, e agli anziani che per particolari necessità devono abbandonare la loro abitazione.
“Non deve spaventarci l’ipotesi di un minore introito nelle case comunali, il quale sarà compensato da una seria e attenta politica del risparmio sulle spese, che so essere la cosa più importante e molto sentita da parte dei nostri cittadini. Taglio quindi alle consulenze esterne, forte riduzione delle società partecipate e dei compensi degli amministratori, contenimento della spesa corrente ed eliminazione del superfluo.
“Accanto al risparmio, sarà fondamentale aumentare le possibilità di introiti: ecco perché si deve creare un ufficio ad hoc che si occupi dei fondi europei destinati alla realizzazione di progetti altamente qualificati.”