L’occasione è da sfruttare per le zebre: i sanniti stanno passando un periodo che definire difficile è poco, con risultati deludenti, un mercato che non decolla, infortuni in serie e morale sotto terra. Aver pareggiato due volte in extremis – a Frosinone e a Pagani – ha invece rinfrancato un Viareggio che, se fuori casa gioca bene solo a tratti, di fronte al proprio pubblico dà il meglio di sé, nonostante ai “Pini” gli spettatori siano sempre pochi. Incomprensibile, ma vero.
Cuoghi ha praticamente l’imbarazzo della scelta: in difesa potrebbe cambiare qualcosa, inserendo Lamorte al posto di Trocar. Qualche centimetro in meno, ma un po’ di qualità in più in fase di impostazione. E poi, là davanti, il solito grande dubbio: De Vena o Magnaghi? Giovinco, infatti, non si tocca. Poi, dipende dalle intenzioni del tecnico. Velocità o centimetri? Nelle ultime uscite Cuoghi ha preferito la rapidità alla potenza e probabilmente sarà così anche domani.
Ma cosa fare davvero per battere il Benevento? Il punto è il solito: se il Viareggio gioca con intensità, tenendo costantemente alti i giri del proprio motore, allora il pubblico avrebbe di che divertirsi ed i giallorossi di che preoccuparsi. Sarà difficile, quasi impossibile giocare a ritmi indiavolati per 90 minuti. Le precedenti gare casalinghe, però, hanno dimostrato che possono bastarne anche 60-70 per vincere di nuovo. E sognare ancora.