È andato in scena ieri sera (giovedì 17 gennaio) nell’auditorium della Fondazione Banca del Monte di Lucca, davanti a un pubblico gremito, scioccato e in lacrime dopo il racconto delle vite spezzate delle vittime dell’incidente ferroviario del 29 giugno 2009 per cui oggi ci sono altrettanti indagati.
“Ci sono precise responsabilità in questa strage – ha spiegato Daniela Rombi – ad alti livelli e in diverse aziende. Inoltre non sono stati presi provvedimenti per quei ‘treni bomba’ che circolano in tutte le stazioni d’Italia a 100 chilometri orari, mentre a Viareggio solo a 50: unico provvedimento preso in seguito alla strage. Vogliamo sapere la verità ed avere sicurezza e giustizia. Come anche per Riccardo Antonini, licenziato da più di un anno: martedì prossimo 22 gennaio ci sarà al Tribunale di Lucca l’udienza per la reintegrazione. Noi familiari e molti altri cittadini saremo con lui a partire dalle 10,30 con un presidio”.
Spicchi di vite interrotte, storie di vicinato, di matrimonio, di famiglie, di amore e lavoro. Tutte spezzate quella notte. Il racconto intrecciato da Elisabetta Salvatori, da lei interpretato insieme al violino di Matteo Ceramelli, ti riporta e ti inchioda lì, su quel ponte, tra Antonio il fornaio che andava a lavorare e Sara che abitava di là dalla strada con i genitori, e tutti gli altri. E quando vedi scappare a rotta di collo i due macchinisti dal treno deragliato, e questa marea bluastra dilagare ovunque, capisci che sono scoccate le 23,50. E che non c’è più nulla da fare. Oppure che c’è ancora tutto da fare.