LUCCA. È stata archiviata per tutti e 37 gli indagati l’inchiesta della procura di Lucca sulla morte di un paziente di 77 anni, deceduto il 26 marzo 2012 all’ospedale Versilia, dopo un intervento all’addome. Lo ha deciso il gip accogliendo le richieste del pm. Tra le persone coinvolte nelle indagini sanitari e la Johnson & Johnson medical e il suo management. L’ipotesi iniziale era che il decesso potesse essere stato causato dal distacco dei punti di sutura, applicati con una suturatrice meccanica prodotta dalla Johnson & Johnson medical, di cui era stato ipotizzato un malfunzionamento.

In una nota di Johnson & Johnson medical si rileva come, secondo i consulenti del pm ”non sono emersi elementi a suffragio dell’ipotesi che la deiscenza/perforazione viscerale si sia verificata per malfunzionamento di uno specifico dispositivo meccanico di sutura impiegato nel corso del primo intervento chirurgico di colectomia parziale” e che ”gli esami dell’autopsia e le immagini radiologiche del ‘pezzo anatomico colico’ confermano che la sutura meccanica effettuata nel primo intervento ‘risulta formata da una sequenza ordinata di punti metallici ben chiusi”’.

Nella nota si spiega inoltre che il gip ha disposto il dissequestro ”di tutte le suturatrici distribuite” dell’azienda ”che, a suo tempo, furono sequestrate presso gli ospedali toscani nel corso dell’intera durata delle indagini”. ”Abbiamo sempre avuto fiducia nell’ operato della magistratura e siamo soddisfatti dell’esito delle indagini – il commento di Giorgio Milesi, presidente e ad di Johnson & Johnson medical -. La sicurezza del paziente è un valore fondamentale per Johnson & Johnson medical e il nostro compito è quello di realizzare prodotti di qualità che migliorino la vita dei pazienti in tutto il mondo. In tal senso, le suturatrici commercializzate da Johnson & Johnson Medical si sono dimostrate sicure ed efficaci in milioni di procedure chirurgiche”.

(fonte ANSA)

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