VIAREGGIO. “Sono nato in una fredda mattina del 31 dicembre dell’inizio degli anni ’60 a Viareggio, all’ospedale Tabarracci, abitazione in Via Fratti accanto alla Piazza Grande”. Inizia così il lungo intervento di Alessandro Caprili, ormai ex assessore a bilancio e sport. Dopo due giorni di silenzio – ieri non ha partecipato neanche alla conferenza stampa degli assessori defenestrati – Caprili parla.  Lui non è stato cacciato da nessuno, ma si è dimesso, dopo che era stato messo nelle condizioni di andar via.

“La mi’ mamma Mirella – racconta Caprili – gestiva insieme alla mi’ zia Enrica il Ristorante Garibaldino, mentre il mi’ pappà Agide era impiegato alle poste a Lucca; il su’ fratello, Nilo (papà di Milziade) era operaio, entrambi avevano… fatto la Resistenza, e tutta la nostra famiglia aveva aderito al Partito Comunista Italiano. Io sono il più piccolo di tre fratelli, una femmina ed un maschio, entrambi molto piu’ grandi di me, insomma ero il cocco di famiglia”.

“Da bimbetto tutti mi chiamavano Bracco, in quanto all’asilo avevo un grembiule con l’immagine del cane Braccobaldo dei cartoni animati di Hanna e Barbera. Elementari alle Lambruschini, medie alle Menini e superiori Ragioneria al Carlo Piaggia. Insomma un viareggino DOC”.

Poi inizia la sua attività politica. “Mi sono iscritto alla FGCI a 14 anni e dopo al PCI. Poi università interrotta (Economia e Commercio), ma iniziai subito a lavorare prima come consulente del lavoro, poi come ragioniere commercialista, facendo esperienza in enti pubblici, fra i quali il comune di Massarosa, la Provincia di Lucca, l’A.P.T. Versilia ed il comune di Viareggio. Nel frattempo inizia la mia modesta carriera politica, dapprima nelle file del P.C.I. all’inizio degli anni ’90 in circoscrizione Centro, poi il salto in consiglio comunale nelle file del P.D.S. – D.S. con la giunta Costa e dopo con la giunta Marcucci. Poi ho aderito fin da subito al P.D. ricoprendo la carica di Tesoriere della Federazione della Versilia.

“Ho sempre respirato fin da piccolo la passione per la politica oltre l’amore sfrenato per il Carnevale di Viareggio”.

“Il mi’ pappa mi ha sempre insegnato e trasmesso i sani valori e principi tipici di un comunista dell’epoca, il Partito davanti a tutto, il rigore morale, e il valore degli ideali. Mi ha sempre detto che nella vita conta avere la schiena dritta e non piegarsi a soprusi od ingiustizie del momento, piuttosto figlio mio, mi diceva, meglio mangiare una cipolla che dover dire signorsì e piegare la testa”.

“Ho cercato, pur con le mie debolezze di seguire ed accettare, questi significativi insegnamenti, tant’è che ho fatto lo stesso con mio figlio Tommaso di 14 anni, supportato dall’aiuto di mia moglie Silvia, anch’essa custode di uno stile di vita irreprensibile, oltre che mia socia nello studio professionale”.

“Pur essendo tutti atei, nella mia famiglia contano i valori morali che vanno al di là di ogni tipo e sorta di insegnamento religioso. Con questi insegnamenti fondamentali, nel giugno dell’anno scorso, ho accettato la sfida di Leonardo Betti a candidato sindaco della città di Viareggio, pur sapendo delle enormi difficoltà a cui andavamo incontro. La città chiedeva una forte spinta al cambiamento. Mi sono state assegnate le deleghe del Bilancio e dello Sport, la prima senz’altro più adatta al lavoro professionale da me svolto da piu’ di 20 anni, mentre la seconda era per me una vera e propria nuova sfida”.

“In giunta ho incontrato persone a me già note, altre per me sconosciute, ma fin da subito si è creato subito un feeling, un sapore di intesa e di amicizia, che difficilmente potrò dimenticare. Nei primi mesi di mandato amministrativo, abbiamo condiviso la riforma della cd. Macrostruttura, una rivisitazione profonda dei settori dirigenziali, al fine di poter ottenere un’equa e trasparente redistribuzione degli incarichi. Questa, come tutte le novità, ha portato una notevole tensione nella macchina comunale, in quanto ha evidenziato immediatamente quale muro di gomma esiste in municipio, vera malattia dell’ente, riconosciuta da tutte le forze politiche presenti in consiglio comunale”.

“Fin da subito, sulla delega allo sport ho avuto pressioni esterne, anche da parte del sindaco, affinché tale delega venisse assegnata ad altra persona, senz’altro molto interessata alla gestione dello sport a Viareggio. Sul bilancio, invece, terreno a me senz’altro più favorevole, abbiamo cercato ed ottenuto con fatica un riequilibrio dei conti del comune di Viareggio, una manovra pesante da piu’ di 10 milioni di euro, avendo ereditato dalle passate amministrazioni un bilancio pieno di debiti, ma nonostante ciò, ho sentito fin da subito il fiato su collo da parte di personaggi che fluttuano in municipio, come anime perse, e che sopravvivono a tutte le ere geopolitiche precedenti alla nostra, nemmeno fossero dinosauri paleolitici. Ma si sa il potere logora chi non ce l’ha”.

“Per ultimo la richiesta del sindaco che mi invitava a redigere e confezionare il Bilancio preventivo 2014 del Comune di Viareggio, affiancato, da due professionisti (uno il dinosauro di prima) che dovevano monitorare, ma soprattutto mettere la museruola sul mio operato di libero assessore, come fossi uno sciocco qualunque. Questo ovviamente non l’ho potuto accettare, in primo luogo, perché ho una dignità professionale da rispettare, poi mi sono venute in mente le parole del mi’ pappà: figliolo, meglio mangiare una cipolla che dover dire signorsì e piegare la testa. Ho scelto ovviamente la cipolla e ho dato immediatamente le dimissioni; se non le avessi fatto non avrei potuto più guardare negli occhi mio figlio, che principi gli avrei trasmesso? Penso di portare un cognome importante in città, e ne vado fiero”.

“Ho fatto tutto questo – conclude Alessandro Caprili – per me, per mio figlio, per mia moglie e per la Città di Viareggio, che amo profondamente, fin da quando da bamboretto facevo le baldorie in Piazza Grande e vedevo lì vicino il Municipio, pensando, un giorno potrò esserci anch’io li’ dentro? Per pochi mesi il sogno del bimbetto dai grandi occhi e dai riccioli lunghi, con i pantaloni corti ed i ginocchi sbucciati si è avverato, ma purtroppo di colpo è stato spezzato. Un sogno spezzato (spero non per sempre). Ti voglio bene Viareggio, meriti di più”.

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ultimo aggiornamento: 07-02-2014