VIAREGGIO. È la satira politica la padrona indiscussa delle mascherate di gruppo: quasi tutte le nove costruzioni prendono di mira ministri, parlamentari e capi di Stato italiani e stranieri.

In un paese serio di Luca Bertozzi

Il campione in carica (tre le vittorie consecutive inanellate finora) va in cerca di conferme con quello che gli riesce meglio – farsi beffe dei politici nazionali: stavolta, riprendendo una scena di «Dumbo», ironizza sulla mancanza di meritocrazia e altri problemi che attanagliano l’Italia. Di una bellezza disarmante, come sempre, le caricature – Razzi e Berlusconi sembrano vivi, Salvini è forse il meno riuscito. Menzione d’onore per la scelta di far sfilare una banda musicale (i «Baci e ciaffate») che suona dal vivo.

L’arsenale delle apparizioni di Michele Canova

Niente satira politica in questo caso, bensì una mascherata più sofisticata, liberamente ispirata a «I giganti della montagna» di Pirandello e che mira a esorcizzare le nostre paure più recondite: i sei mascheroni rappresentano altrettanti poteri che terrorizzano la società (quello economico è un grande squalo fatto di banconote, un gerarca nazista incarna la guerra, un dottore della peste rappresenta la malattia giusto per citarne alcuni).

Il mare in una stanza di Roberto De Leo e Vania Fornaciari

Ambientazione quasi onirica per questa mascherata: un bambino seduto nella sua stanza viaggia con la fantasia e come per magia vede la cameretta invasa da continui richiami al mondo del mare e della navigazione – il faro, la sirena, il barcobestia, il veliero, il palombaro, la scialuppa con un pirata a bordo, tutti elementi che al tempo stesso rendono omaggio alla Viareggio dei cantieri navali, dei calafati e dei maestri d’ascia.

Nuovi mostri o vecchi parassiti? di Marzia Etna

Che ruolo svolgeranno i nostri politici? Sapranno condurci verso l’uscita dalla crisi che ormai ci perseguita da anni o si limiteranno a fare da parassiti a discapito delle nostre tasche? Ecco sfilare sei insetti con i volti di Renzi (è colorato di viola come la maglia della Fiorentina, la squadra del cuore del premier), Salvini (rigorosamente verde), Alfano (azzurro), Fornero, Boldrini e Vendola (che non poteva che essere di un rosso acceso).

Gli illusionisti di Giampiero Ghiselli e M. Chiara Franceschini

Non c’è campagna elettorale in cui aspiranti parlamentari e presidenti del consiglio si lancino in promesse che difficilmente potranno mantenere una volta entrati nelle stanze del potere: leader di tutti gli schieramenti – Alfano, Grillo, il non ancora tramontato Berlusconi, gli onnipresenti Renzi e Salvini – diventano così dei prestigiatori capaci di imbonire l’elettorato e di deluderlo una volta ottenuti i voti necessari.

Che cosa sono le nuvole di Libero Maggini

Ricca di movimenti e di citazioni culturalmente elevate la mascherata-omaggio all’Otello di Pierpaolo Pasolini che, con un omonimo titolo, compare nel film a episodi «Capriccio all’italiana»: sei uomini-marionetta invitano a riflettere sulla bellezza del mondo che ci circonda ma che spesso noi, affamati come siamo dalla vita di tutti i giorni, non riusciamo a cogliere.

La commedia dell’arte di Giacomo Marsili

I capi di Stato mondiali paragonati alle maschere della commedia dell’arte. E tutto sotto la supervisione di Dario Fo. Eccola, la mascherata di Marsili che nella modellatura dei personaggi e nella colorazione prosegue nel solco dello stile che ha caratterizzato le costruzioni realizzate a quattro mani con Gionata Francesconi negli anni passati. Minimal e naif, ma simpatiche, le caricature di Obama, Putin, Merkel, Renzi e Xi Jinping.

Ci stiamo riprendendo di Adolfo Milazzo

Ormai riconoscibile la modellatura e la colorazione tipici di Milazzo in una mascherata che propone un simpatico gioco di parole: le rassicurazioni sull’uscita dalla crisi (ma da quanto tempo ce lo sentiamo ripetere?) lasciano spazio alla vanità di alcuni politici – prima volta per la versione in cartapesta di Stefania Giannini, Maria Elena Boschi e Debora Serracchiani – intenti a riprendersi con l’ausilio di telefonini e tablet.

 

Dotti, medici e sapienti di Enrico Vannucci

Il titolo della canzone di Edoardo Bennato viene qui utilizzato per dileggiare quanti a Viareggio danno il Carnevale per spacciato e pretendono di avere in tasca la soluzione a ogni problema. Scortato dai suoi sudditi più fedeli e in mezzo a due ali di folla sfila un sanissimo e sorridente Re Carnevale con le sembianze di Carlo «Bocco» Vannucci, il carrista scomparso nei mesi addietro, padre dell’autore della mascherata.

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ultimo aggiornamento: 14-02-2016