“Il contratto di Governo tra M5s-Lega ha aspetti preoccupanti, è frutto del compromesso dove la Lega ha rinunciato molto di più rispetto ai pentastellati, ma è necessario dare un esecutivo al paese. Chi oggi resta fuori dall’esecutivo non deve lavorar per rompere tutto ma ha il dovere di analizzare e di essere costruttivo nell’interesse della gente. Responsabile”: è l’analisi del contratto di governo tra Di Maio e Salvini del Senatore di Forza Italia, Massimo Mallegni.  “La maggioranza degli italiani vuole un Governo che possa svolgere il proprio ruolo nell’interesse esclusivo della nazione. I cittadini sono sfiduciati, si aggrappano ad ogni cosa che possa essere differente da ciò che già hanno provato, sono stremati dalle tasse, dalla disoccupazione e non credono più a nulla. Vogliono fatti e ritengono che la classe politica non sia all’altezza di risolvere i loro problemi. Va bene tutto, qualsiasi esecutivo, basta che sia. La classe politica deve tornare ad essere credibile, dialogare con la gente affrontando con pragmatismo i problemi quotidiani, come fanno i sindaci. Problema, analisi, soluzione! Rapidità e concretezza”.

Mallegni prosegue: “il Governo deve partire, devono dimostrare di saper fare le cose su cui si sono impegnati. Entrambi gli attori hanno rinunciato a qualcosa, la Lega molto più del Movimento 5 stelle, snaturando, purtroppo, gli impegni presi con gli elettori il 4 marzo scorso”. Il Senatore toscano, eletto nel collegio uninominale di Lucca e Massa Carrara passa in rassegna i punti dei contratto: “istituisce il comitato di Conciliazione, già ribattezzato, “il Gran Consiglio” ragione per cui il presidente del consiglio è di fatto esautorato. E’ bandita l’opinione ed i diritti costituzionali sono cancellati. Il contratto stabilisce anche il ricatto di stato con la figura degli agenti provocatori. Sul fronte giustizia – analizza ancora – i processi avranno tempi biblici, non ci sarà nessuna responsabilità per chi sbaglia nella Pubblica Amministrazione così come nella magistratura. Si sono dimenticati, tema caro al centro destra, di separare la carriera dei magistrati. Preoccupante è il divieto dei lavoratori autonomi di fare politica”. E sul fronte dell’immigrazione: “non c’è nessuna misura di contrasto alle partenze ma sono stati confermati i centri di accoglienza in tutte le regioni; la permanenza dei clandestini nel nostro paese sarà almeno di 18 mesi. Così come non è previsto nessun rimpatrio dei 500mila clandestini che già oggi vivono in Italia. Stop alle missioni di pace all’estero, alla difesa del territorio. No alle pensioni minime di 1000 euro. Hanno preferito elargire il reddito di cittadinanza a vita piuttosto che stimolare l’occupazione con incentivi, l’apprendistato professionale ed i voucher lavoro. Per la corruzione è prevista la confisca dei bene con la sola iscrizione nel registro degli indagati. Non è prevista la no tax area a 12mila euro, altro punto del nostro programma mancato, non c’è nessuna proposta per la politica industriale ma in compenso si paventa la chiusura dell’industria manifatturiera; nessuna accenno al presidenzialismo, nessun finanziamento alla cultura ma ci sono miliardi per Roma Capitale. No alla Cyber Security. Non c’è nessuna  modifica alla fiscalità sulla nautica sia mercantile che da diporto; stop alle grandi opere e alla Tav. Mancano proposte nel campo della sanità, si alle aste per le spiagge e nulla, o quasi, sul fronte sicurezza”. Mallegni conclude: “su questi temi il Forza Italia e le altre forze del centro destra, anche la Lega, si sono impegnati per fare esattamente il contrario. E’ chiaro che non possiamo deludere il nostro elettorato e non rispettare gli impegni. Ci batteremo per affermare il nostro punto di vista e far ripartire l’Italia anche se saremo opposizione”.

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