“Pensiamo che Legambiente non abbia bisogno di mostrare alcun attestato di buona condotta per farsi valere. Legambiente ha sempre espresso la sua ferma opposizione alla realizzazione di una ciclopista sul Vialone: ricordiamo  la prima raccolta di firme, fatta insieme al Forum per il Parco, che risale al 2002 e ancora nel 2007 la campagna “Nessun dorma…” che ci ha visto attivi per tutta l’estate sulla spiaggia della Lecciona per sensibilizzare ed informare i frequentatori, raccogliendo anche in quel caso più di 2000 firme”.

Sulla ciclabile tra le dune, la nota è di Legambiente:

“Per il tracciato della Ciclovia Tirrenica Legambiente, Fiab e le altre associazioni ambientaliste hanno indicato e sostengono l’ipotesi di Viale dei Tigli, che è anche quello che ci risulta essere quello ufficiale, e si oppongono ad una sua sostituzione con un tracciato che passi tra le dune, per un evidente problema di tutela ambientale.

Ci fa piacere che l’arch.Ceragioli convenga con noi che “da circa 60 anni c’è chi vorrebbe sfondare tra Viareggio e Torre del Lago” . A maggior ragione le preoccupazioni espresse dagli ambientalisti dovrebbero essere anche sue e di tutti i cittadini: qual è il modo migliore per preservare un bene unico ed irripetibile, pur senza chiuderlo ed isolarlo dal tessuto territoriale a cui appartiene? Certamente quello di frequentarlo senza alterarlo, nella consapevolezza del valore che riveste il luogo in cui ci troviamo, cercando di lasciare meno tracce possibile del proprio passaggio. Non certo sventrandolo con una infrastruttura che ne compromette la stabilità e l’equilibrio ecologico, separando inesorabilmente l’ambiente dunale da quello del bosco.

Il problema non è nella presenza o meno di asfalto, ma nell’impatto che una infrastruttura stabile, comunque soggetta a manutenzione e con degli standard da rispettare, avrebbe su un ambiente di estrema fragilità, che sta faticosamente tentando di ricucire la cesura esistente tra il bosco e la duna, rappresentata dalla massicciata del Vialone e che invece sarebbe resa definitiva.  La funzione ecologica della ciclovia sta nell’essere un’alternativa al traffico veicolare non certo quella di attraversare una riserva naturale.

Si dirà che in realtà un percorso ciclabile esiste  già, che le biciclette percorrono comunque il fondo tutto sconnesso: sebbene il Piano territoriale del Parco non preveda alcuna ciclopista in quella sede, riteniamo che la deroga tacita al passaggio delle biciclette sia il massimo consentibile per non compromettere completamente la conservazione di questa importante riserva naturale, purché non si consideri come un primo passo per la realizzazione di un collegamento tra le due marine. .

E’ il punto limite di un compromesso tra fruizione e conservazione che non può e non deve essere forzato ulteriormente”.

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ultimo aggiornamento: 03-06-2019