“Analizzare la nostra manifestazione più amata – scrive Romanini – vuol dire, oggi, fare una discesa negli ingranaggi della politica becera, della politica delle promesse, della politica delle classiche smentite. A un mese esatto dall’immolazione Pieracciniana cosa è cambiato? Ad oggi mancano a Burlamacco quel milione e 800 promessi a settembre dal magnanimo Lunardini. Sindaco che, alla scelta di quale bilancio preventivo adottare (c’erano anche due versioni più economiche) non ebbe dubbi e scelse il più caro. Bisognava mostrare i muscoli ad un anno dalle elezioni, vuoi mettere come è più bello sventolare la Burlamacca sulle tribune in un grande e fastoso Carnevale?”
“Poi – aggiunge Chiara Romanini – quando il triste ragioniere tira le linee dei conti, mancano 1.800.000 euro. Soldi che spettano a chi ha lavorato per il grande e maestoso Carnevale. Soldi che vanno ai carristi e, attraverso essi, a tutti coloro che fanno muovere i colossali carri su cui il nostro Sindaco è tante volte montato. E se questi soldi non arrivano? Alla Cittadella, che grazie a Dio nessuna banca ha voluto (altrimenti c’erano altri guai da sistemare), arriveranno decreti ingiuntivi, precetti, pignoramenti. E quando i “maestri” dovranno iscriversi per il nuovo bando come compileranno il temuto Durc? Ma dal Palazzaccio tutto tace, si usa il pallottoliere sì, ma per contare se i voti son 15 o 16 e non quanti euro mancano a saldare i debiti di chi lavora per Viareggio e per il Carnevale”.
Da qui la riflessione dell’esponente Pd. “Che si può fare? Innanzitutto si può essere presenti il 17 aprile al consiglio comunale e poi si può sfruttare quel potere enorme che il Carnevale ha e bloccare la città, dimostrare che il Carnevale è Viareggio e non chi l’amministra. Si può allontanare chi, con la scusa della casacca politica, rema in direzione contraria. E poi si deve studiare come cambiare il Carnevale, come coniugarlo col Pucciniano e con il resto delle voci di bilancio. C’è da capire che un carrozzone come la Fondazione Carnevale non serve a niente oggi che non deve più gestire la lotteria. Che le poltrone e le poltroncine per assettare politici o presunti tali non servono a nulla e che basta un buon ufficio cultura per mandare avanti la baracca magari condito di competenze che sappiano gestire e promuovere il marchio carnevale il resto deve farlo la città quella città che tante volte si mobilita e discute di Burlamacco e che oggi deve tornare a far vivere il Carnevale al posto di una politica che ha, evidentemente, fallito”.