“Eppure, nella seduta consiliare sulla sfiducia a Lunardini furono spese molte parole, in particolar modo da chi, per giustificare il proprio voltagabbana, da una parte agitava lo spettro del commissario e dall’altra chiedeva rigore e tagli di poltrone all’amministrazione.
“Non è successo niente di tutto questo. Gli assessori, i medesimi, sono sempre lì. Le poltrone delle Fondazioni e delle società partecipate sono sempre le stesse. Anzi, chi chiedeva il taglio degli incarichi e della spesa pubblica si è candidato alle poltrone abbandonate dall’UDC.
“Tutto questo succede mentre, in città, le imprese ed i lavoratori sono alla canna del gas e la Patrimonio srl ed Equitalia soffiano sul fuoco, incuranti della crisi economica drammatica che si vive a Viareggio.
“Il consiglio comunale è sordo a quanto succede in città, alla continua chiusura delle attività, al tasso di disoccupazione reale che aumenta a vista d’occhio, sia fra i giovani che tra i meno giovani. Più importante la corsa alla poltrona di presidente del consiglio, remunerata naturalmente.
“Una poltrona alla quale ambiscono, udite udite, sia coloro che fino a ieri volevano il taglio della spesa pubblica e degli assessori, sia coloro che eletti dal centro-destra fino a ieri, non si vergognano, all’indomani della sfiducia, di ricoprire lo stesso ruolo con i voti del PD.
“La crisi di Viareggio e Torre del Lago, a guardare quanto accade – conclude Baldini – passa in gran parte anche da quella crisi dei valori che ci ha consegnato questi rappresentanti ‘cabriolet’.”