“Mi rifiuto di pensare – precisa Lunardini – che queste cifre siano da interpretare come una ‘perdita secca’ e non discutibile, altrimenti, come è stato detto, i Comuni dovrebbero chiudere bottega. Ma è certo che si è accesa una lampada d’allarme, con luce rossa molto intensa, perché il sospetto è che si voglia spingere i Comuni a trasformarsi in ‘gabellieri’ per ripianare i tagli al Fondo perequativo. Per essere esplicito: è impensabile che Viareggio possa recuperare i milioni perduti, attraverso la fiscalità locale, perché questo sarebbe evidentemente insostenibile”.
La preoccupazione è diffusa tra tutti i Comuni d’Italia e per questo l’Anci “pretende dal governo – ha detto il segretario generale dell’Anci Toscana, Alessandro Pesci – assoluta trasparenza nei conti ed effettivo rispetto del principio dell’invarianza finanziaria”. Di queste cose si parlerà l’8 maggio in una riunione del Comitato direttivo dell’Anci Toscana a Firenze.
“Interverrò decisamente per sostenere le ragioni della Versilia”, anticipa Lunardini, che aggiunge: “Trovo inaccettabili le prediche del ministro Cancellieri di fronte alle legittime proteste dei Comuni. I sindaci sono in prima linea, a contatto con i cittadini e conoscono bene le difficoltà della gente alle prese con una pressione fiscale tra le più alte d’Europa. L’attuale, complicato e indeterminato regime dell’Imu mi appare in realtà una patrimoniale mimetizzata che non si ha il coraggio di definire tale. Il governo tende inoltre a scaricarne la responsabilità sugli amministratori locali”.
Per Lunardini l’obiettivo deve essere un difficile equilibrio fra rigore contabile ed equità: “Occorre certezza dei flussi finanziari, adeguate risorse per i Comuni e mano più leggera sui contribuenti. Lo Stato non può trasformare tutti i sindaci in esattori né attingere alle risorse della fiscalità locale per ripianare i conti dell’Italia”.