(foto Pomella)

 VIAREGGIO. “In questi anni ne abbiamo sentite tante sui bagni, oggi sulla stampa si parla di un’ipotesi della Regione Toscana di cui ancora non abbiamo conferma e quindi la prendiamo con le “molle”. Nei prossimi giorni è previsto un appuntamento con il Governatore Enrico Rossi e si spera in quell’occasione di saperne di più. Comunque, da quello che emerge sulla stampa (Il Tirreno del 25.5.2012 cronaca di Viareggio) sembrerebbe che la Regione Toscana caldeggi un’ipotesi che prevede la sdemanializzazione, con passaggio alla regione e comuni, delle aree dove insistono i manufatti, per poi cederle in affitto a canoni più alti a chi già ora detiene le concessioni demaniali; la parte di spiaggia, invece, dove si mettono gli ombrelloni, tende, ecc. , lasciarla al demanio statale per poi assegnarle con le “ASTE”, quindi, anche a soggetti diversi dagli attuali concessionari perché essendo aste non ci possono essere garanzie a chicchessia”. Lo scrivono Emiliano Favilla e Fabrizio Maggiorelli, rappresentanti del movimento balneare della versilia contro le aste previste dalla direttiva Bolkestein.

“Qualcuno chiama questa ipotesi – scrivono – come “l’uovo di Colombo” noi che facciamo riferimento al Comitato Salvataggio Imprese e Turismo Italiano (abituati a tenere alte le antenne) crediamo che ogni ipotesi che ci propongono, vada valutata senza preclusioni, ma per farlo bisogna che tutti gli elementi diretti ed indiretti di questa proposta, siano chiari e definiti da evitare supposizioni e magari poi amare sorprese. La posta in gioco è troppo alta e non solo per la sorte delle piccole imprese ma anche per tutto il sistema economico che gira intorno al turismo balneare, quindi, non si può andare a “tastoni”. Ogni proposta deve avere chiaro tutto il percorso e solo a quel punto si può dare una vera ed appropriata valutazione. Da una prima valutazione a caldo in quella proposta ci vediamo troppe variabili di tipo normativo, legale ed anche di carattere economico”.

 “Tutto ciò ci fa sospettare che in Italia tutto quello che potrebbe essere semplice lo dobbiamo rendere difficile per poi semplificare cose estremamente ingarbugliate che poi alla fine sono impossibili o non risolvono il vero problema.

 “Proviamo a spiegare questo concetto: nel 2006 la Comunità Europea ha varato la Direttiva Servizi “Bolkestein” con effetti anche sulle piccole imprese demaniali e di tutto l’indotto. Nessun livello istituzionale si è posto, in fase di discussione al parlamento Europeo, il problema di verificare gli effetti che poteva causare e magari sentire tutte le parti in causa;

“I balneari – aggiungono Maggiorelli e Favilla – si sono trovati tra capo e collo questa direttiva nel silenzio totale (sindacati compresi) fino al 2009. Visto il protrarsi, nell’assoluta indifferenza, delle Istituzioni, la politica ed i sindacati, i balneari si sono mossi autonomamente e si sono organizzati in Comitato, e siamo ad inizio anno 2011. La mobilitazione è stata ampia ed a tutti i livelli organizzando perfino una carovana di camper a Bruxelles per parlare direttamente con la Commissione Europea. Proprio in quell’occasione dalla Commissione Europea veniamo a sapere che è possibile uscire in “deroga” dalla Bolkestein, così come hanno fatto già in altri paesi europei, purché il Governo Italiano vada a farne richiesta sostenendo la specificità delle nostre attività balneari (cosa che non ha mai fatto, adducendo (clamorosa bugia) che era l’Europa che non voleva)”.

“Oggi tutti i soggetti politici ed istituzionali che hanno affrontato seriamente la questione riconoscono la DEROGA sarebbe la soluzione migliore, perché sostanzialmente non modifica quello che da oltre 150 anni di storia del turismo balneare il “buon senso” ha reso possibile. Pur rimanendo in questo contesto, sono comunque, possibili correttivi e miglioramenti compreso anche la possibilità di un adeguamento economico basato su criteri di confronto seri e possibili per venire incontro anche alla situazione di grave crisi in cui si trova il nostro paese”.

“Per concludere, pur confermando la più ampia disponibilità al dialogo e confronto su qualsiasi proposta, compresa quella della Regione Toscana, perché ancora in realtà nonostante il tavolo tecnico aperto dal governatore Rossi con i Balneari (Sindacati e Comitati), non è per niente chiara la posizione ufficiale della Regione Toscana. In realtà, non si è voluto affrontare, nelle dovute forme, la possibilità di chiedere la famosa “DEROGA” come ci ha suggerito la stessa Comunità Europea. Questa purtroppo è la realtà. Cosa ci sta dietro a questo non volontà? Noi non ci stanchiamo mai di domandarcelo e di domandarlo a chi di dovere. Purtroppo conferme ufficiali su richieste fatte e risposte ricevute non ne abbiamo mai avute ed è per questo che continuiamo la nostra battaglia ed a diffidare di tutte quelle proposte alternative alla “Deroga” poco chiare e peggio confuse e pasticciate e tanto meno di articoli di giornali che purtroppo negli ultimi tempi hanno riempito le pagine senza vedere una chiara soluzione che faccia riprendere lo sviluppo di un settore che è sempre stato il fiore all’occhiello del Turismo balneare “made in Italy””.

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