“In questo caso la decisione sarebbe stata di pertinenza del cda”, fa sapere Gallo. “E anche Paolo Chiocchetti, che ho sentito personalmente, mi ha confermato di aver appreso la notizia dalla stampa. Insomma, sarebbe stata buona norma parlarne lo scorso 17 settembre, quando i due consigli della Fondazione si sono riuniti per discutere la bozza del bando di concorso e di bilancio da presentare al commissario prefettizio.”
Gallo, poi, manifesta la propria contrarietà alla decisione di regalare i pezzi a Cento, città invisa a molti carnevalari viareggini per essersi fatta ottima pubblicità con i mascheroni di Viareggio. “Lo ribadisco, avrei avuto piacere che fosse un atto condiviso. E poi mi domando: quale sarà il ritorno d’immagine di questa operazione?
“Innanzitutto non mi pare questo un momento in cui il Carnevale di Viareggio possa permettersi di dar via gratuitamente i propri mascheroni. Ma il problema, forse, non è nemmeno legato alla crisi economica. Qui si tratta di salvaguardare i nostri carristi e la loro professionalità: offrire gratuitamente le loro opere non mi pare un atto che vada in tale direzione.
“Anziché regalarli al Carnevale di Cento, manifestazione gestita da un privato che gode peraltro di molte sponsorizzazioni, io avrei collocato i mascheroni in alcuni centri commerciali della Toscana, in modo da fare promozione.
“Dal momento, poi, che si vuol fare un gesto di solidarietà per Cento, io avrei agito diversamente. Mi viene in mente il concerto di stasera a Campovolo in favore delle famiglie terremotate dell’Emilia-Romagna: si sarebbe potuto collocare sul palco uno dei mascheroni donati a Cento. Per Viareggio sarebbe stata una vetrina incredibile.”