“Così stando le cose, prende sempre più corpo il rischio che tutto torni a quelle vecchie ed esecrabili pratiche mercantili della politica che tutti affermano di non voler seguire più: una partita gestita da squadre contrapposte che niente hanno più a che vedere con la dignità delle aree politiche e culturali che dovrebbero invece caratterizzare il pluralismo del Pd.
“Va bene confrontarsi e discutere, anche aspramente, ma a condizione che lo si faccia su cose concrete, su proposte e progetti per Viareggio: idee per le quali schierarsi ed impegnarsi. Progetti articolati e credibili e non solo titoli tra un elenco di titoli.
“Credo sia l’ora che chi ritiene di candidarsi assuma in proprio la responsabilità di sciogliere questo nodo, in prima persona, con chiarezza e trasparenza; altrimenti è inutile insistere su presunte ricerche unitarie ( ricerche per le quali il segretario comunale avrebbe dovuto saper garantire con un percorso super partes) e che ora invece rischiano solo di congelare posizioni e di dar vita a dannose contrapposizioni.
“Così perdurando le cose ritengo che la strada maestra da percorrere sia quella di un confronto aperto con la città: che siano primarie o altre forme condivise di ampia partecipazione conta assi poco.
“Una prova alla quale i candidati dovrebbero partecipare impegnandosi, in caso di sconfitta, a rinunciare a piccoli e grandi ‘premi di consolazione’ e a mettere le proprie competenze a disposizione del partito. Così potremo recuperare concretamente il terreno perduto.
“Per rinnovare – e Dio sa quanto ce ne sia bisogno – non basta fare annunci: bisogna sapersi impegnare davvero.”